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Le responsabilità del governo di Londra su fisco e regole

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il maxi taglio di hsbc

Le responsabilità del governo di Londra su fisco e regole

LONDRA - Il taglio di 50mila posti di lavoro annunciato da Hsbc non ha soddisfatto i mercati che si attendevano di più. Non nella profondità dell'azione, ma nella direzione del risanamento. Dal 2010 ad oggi Hsbc ha ridotto il personale di quasi un terzo, ma non è riuscita a invertire il corso deludente del titolo. La ristrutturazione presentata dal ceo Stuart Gulliver ribadisce, seppure semplificato, l'impianto globale di una banca che è percepita come estremamente complessa e un poco indecisa. Le radici sono in Cina, ma il quartier generale è a Londra, nonostante la sua presenza nella City sia quantomai incerta. Il management ha illustrato gli 11 test avviati per stabilire se sia opportuno o meno mantenere il quartier generale a Londra oppure trasferirlo a Hong Kong. La risposta che si immaginava potesse essere annunciata oggi si conoscerà invece solo a fine 2015. Non a caso. Grandi responsabilità le ha infatti il governo di Londra che deve decidere ora che politica adottare nel confronti delle banche. Se, cioè, proseguire con la stretta fiscale e delle regole già avviata, oppure allentare la presa stigmatizzata da Hsbc come uno degli elementi che ha influito su un roe deludente.

La replica del Cancelliere dello Scacchiere George Osborne a Hsbc arriverà nelle prossime ore nel corso del discorso di Mansion House, programmato per domani sera, che si prevede annunci misure per tamponare il minacciato esodo delle banche da Londra. A cominciare da un “ripensamento” del cosiddetto bank levy – il balzello introdotto dopo la crisi del 2008 per far indennizzare i contribuenti danneggiati da un banking libertino – che George Osborne potrà giustificare come la mossa capace di «dare competitività al nostro sistema bancario». Per Hsbc la politica di Londra è essenziale per decidere come muoversi. Resta da vedere se le parole di Osborne basteranno per frenare il “Brexit”…ma questa volta non di Londra dalla Ue, ma delle banche dalla City.

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