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CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Cdp, accordo tra Fondazioni e Governo: si dimette Bassanini, Costamagna alla presidenza

La Cdp ha un nuovo presidente, le fondazioni i dividendi (almeno per il 2015) con il mantenimento dei presidi di governance e a Franco Bassanini va l'onore delle armi, un incarico di “consigliere speciale” del premier e la possibilità di mettere voce sulla spinosa vicenda della banda ultralarga. Alla fine di una nuova giornata di consultazioni e contatti sull'asse fra Roma e Lucca (dove si svolgeva il congresso Acri) è stato Matteo Renzi, come anticipato dal Sole24Ore.com, a tagliare il nodo gordiano della Cassa che risultava sempre più ingarbugliato, confermando le schiarite già viste nella serata di giovedì, e decidendo per l'arrivo di Claudio Costamagna (ex Goldman Sachs e attuale presidente di Salini-Impregilo) alla presidenza.

Per l'amministratore delegato, Giovanni Gorno Tempini, è in corso una trattativa (anche sugli aspetti economici) ma appare chiaro che anche per lui si prospetta a breve una sostituzione. Un cda ordinario della Cassa intanto è previsto per il prossimo 25 giugno e quella potrebbe essere l'occasione per convocare le assemblee straordinarie e ordinarie in modo da cambiare lo statuto ed eleggere i nuovi vertici entro luglio.

La nota del presidente del Consiglio
«I vertici di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) hanno, in questi anni, rafforzato il ruolo di Cdp e ottenuto importanti risultati nel supporto all'economia, assicurando agli azionisti consistenti dividendi. La Cassa ha acquisito, del resto, una posizione di primo piano tra le grandi istituzioni finanziarie pubbliche del mondo», ha scritto il presidente del Consiglio in una nota. «L'Italia si trova oggi a un passaggio decisivo per la ripresa. Le riforme strutturali, l'attrazione degli investimenti e una politica di bilancio basata sul taglio delle tasse sul lavoro stanno riportando il Paese alla crescita. In questo contesto il rafforzamento del ruolo di CDP risulta ancora più cruciale».

«Ho parlato col Presidente Bassanini dell'esigenza - avvertita dal Governo e dalle Fondazioni bancarie - che tale processo sia accompagnato da una riflessione più ampia sulla governance della Cassa. Gli ho anche prospettato la mia intenzione di continuare ad utilizzare le sue competenze e la sua esperienza al servizio del Paese per altri incarichi. Bassanini si è dichiarato disponibile a favorire questo processo di rinnovamento, scegliendo per il momento di lavorare a Palazzo Chigi con l'incarico di «consigliere speciale» del Presidente del Consiglio. È mia intenzione affidargli di volta in volta il compito di predisporre analisi, proposte e soluzioni su specifici problemi, continuando a dare il suo contributo alla realizzazione del Piano Banda Ultralarga. Nel contempo, Bassanini si è dichiarato disponibile a dare le dimissioni dalla Presidenza, garantendo la continuità della rappresentanza istituzionale di CDP fino alla elezione del nuovo Presidente».

«Le Fondazioni si sono a loro volta dichiarate disponibili a una designazione concordata del nuovo presidente di Cdp nella persona di Claudio Costamagna, manager di elevata esperienza internazionale, nell'ambito di un'intesa volta a garantire la massima efficienza operativa, stabilità patrimoniale e adeguata redditività. I soci di CDP chiederanno alla società una politica dividendi nel 2015 simile a quella del 2014».

Le Fondazioni disponibili a «collaborare positivamente»
Da Lucca, dove ieri si è aperto il Congresso Acri, le Fondazioni, azioniste con il 18,4% della Cdp, si erano dichiarate disponibili a «collaborare positivamente» con il governo al rilancio della Cassa, avvicendamento compreso. Ma hanno ribadito anche i propri paletti.

Le condizioni poste dagli enti sono le stesse che il presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, aveva snocciolato al ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, giovedì scorso e che avrebbe anche ripetuto sabato quando ha ricevuto una telefonata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Richieste di precise garanzie, insomma, che, secondo quanto riferisce Radiocor, sarebbero poi state messe nero su bianco in una lettera inviata il giorno prima al Tesoro. Ieri il confronto è proseguito nel pomeriggio: da una parte, a Lucca, Guzzetti, i vice presidenti dell'Acri e soprattutto il presidente di Cdp, Franco Bassanini, che ha ribadito la propria disponibilità al passo indietro e che ha di fatto vestito i panni del negoziatore con il governo per conto dei suoi azionisti di riferimento; al telefono, dall'altra parte, i rappresentanti del Mef.

Andrea Guerra: la missione della Cassa non cambia
«Il Governo non ha alcuna volontà o desiderio di cambiare la missione della Cassa depositi e prestiti». Così Andrea Guerra, consigliere economico del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, incontrato da Radiocor, aveva lanciato oggi un messaggio distensivo alle Fondazioni e a tutti coloro che temono una svolta modello Iri della Cdp.

«La Cassa - ha osservato Guerra - ha avuto un ruolo fondamentale fino ad oggi, ha ottenuto risultati importanti. Ha ottenuto una buona redditività, è stata gestita in modo manageriale. Non c’è un desiderio di cambiare la missione della Cassa. Punto e basta. È ovvio che, vista la situazione dei tassi complessiva, è importante che la Cassa abbia un nuovo progetto, un nuovo programma all'interno della sua missione, del suo Statuto con più proattività, incisività e in un orizzonte di lungo periodo». E se bisogna cambiare, ha spiegato Guerra, è per far sì che si riesca a mantenere una forte stabilità patrimoniale e una ottima efficienza operativa.

Cosa succede adesso: cda il 25 giugno
Il cda mensile del prossimo 25 giugno potrebbe essere l'occasione per convocare l'assemblea straordinaria che cambi lo statuto e quella ordinaria dove verranno eletti i nuovi vertici e consiglieri. Questa la possibile tabella di marcia del cambio alla Cassa, deciso oggi con l'accordo fra il governo e le fondazioni, che dovrebbe così chiudersi entro luglio, forse già nella prima metà del mese. Bassanini quindi con ogni probabilità ribadirà nel consiglio del 25 giugno la sua intenzione di dimettersi espressa al premier Renzi garantendo la continuità istituzionale in attesa del passaggio di consegne. Sarà comunque sempre il consiglio uscente a convocare l'assemblea straordinaria per il cambio dello statuto in modo da recepire anche le richieste delle fondazioni azioniste di minoranza. Nell'assemblea ordinaria avverrà l'elezione dei nuovi consiglieri (di cui 3 agli enti) attraverso la lista unica Tesoro-Fondazoni con l'arrivo di Claudio Costamagna e l'uscita di Bassanini.

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