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EY: come cambiano gli incentivi dei manager

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REMUNERAZIONI

EY: come cambiano gli incentivi dei manager

  • –di Moncia D’Ascenzo

I piani di incentivazione non sono più quelli di una volta. Complice la normativa europea e la priorità degli investitori istituzionali per incentivi correlati alle performance aziendali, anche in Italia su sta vivendo una forte ripresa dell'incentivazione di lungo termine e in particolare di quella basata sulla crescita di valore dell'azione. È quanto emerge dallo studio dell'Osservatorio Executive compensation e corporate governance dell'Università Luiss realizzato insieme a EY.

Dall’analisi realizzata sui compensi dei vertici delle principali aziende per capitalizzazione in Italia emerge come si stia diffondendo, in coerenza con i trend europei, la dilazione nel tempo dell'incentivo anche al di fuori del settore finanziario. Tre aziende del panel preso in esame hanno, infatti, previsto per il 2015 la possibilità di investire il proprio bonus di breve termine in azioni della società soggette a condizioni di performance e con match da parte dell’azienda. Inoltre la grande maggioranza dei nuovi piani che saranno lanciati nel 2015 sarà collegata all'andamento dei titoli di Borsa: in due casi, ad esempio, il piano cash è stato vincolato al Total Shareholder Return e negli altri si prevede l'introduzione di un piano azionario.

«Bisogna ripensare ai sistemi di misurazione della performance inserendo variabili non soltanto economico finanziarie ma anche di tipo più qualitativo e più orientate al medio lungo termine» ha osservato Guido Cutillo, partner di EY, che aggiunge: «sarà necessario aumentare la correlazione tra ritorno per gli azionisti e quello per i manager anche aumentando la percentuale di sistemi di incentivazione basati su azioni». E un ruolo basilare sarà giocato dall'innovazione, anche nei piani di incentivazione.

Cambiamenti che non interesseranno solo il management ma anche i cda: «Saranno opportuni cambiamenti anche a livello di board, dove spesso le competenze tecniche e di innovazione sono sotto rappresentate a favore di competenze più legali e di governance. Da uno studio sulle 300 più grandi aziende al mondo, emerge che più del 20% si è dotato di un Digital Board presieduto da senior executive» sottolinea Claudia Giambanco, partner di EY.

Un caso particolare è rappresentato dal mondo bancario: «dovranno essere rivisti pesantemente i sistemi di incentivazione delle banche, ormai dei “mostri” di complessità senza alcun valore motivazionale per i manager» conclude Cutillo.

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