Nei primi tre mesi di quest'anno si registra un sostanziale miglioramento sia nelle statistiche sui protesti sia nei tempi di pagamento delle imprese. Lo riferisce l'osservatorio trimestrale Cerved, da cui emerge un calo del 18% delle societa' protestate a 15.400 unita' tra gennaio e marzo rispetto a un anno prima. Alla flessione dei protesti si accompagna una maggiore celerita' nei tempi di pagamento delle imprese con i dati di Payline che mostrano che le imprese italiane hanno pagato in media in 76,5 giorni, un giorno in meno rispetto al primo trimestre 2014 e il minimo dal 2012.
La riduzione e' attribuibile al calo dei ritardi, scesi a 17,2 giorni (ai minimi dal 2012), dai 18,4 giorni di un anno prima. “I dati del primo trimestre confermano dei mesi scorsi - commenta Gianandrea De Bernardis, a.d. di Cerved - ed evidenziano che la crisi ha trasformato alcuni comportamenti delle imprese: le aziende, piu' attente nel concedere credito, ottengono pagamenti piu' rapidi e piu' puntuali. Nel Nord del Paese e nell' industria i protesti sono gia' tornati sotto i livelli pre-crisi e proseguono i pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione, anche se rimane alta la quota di mancati pagamenti sulle nuove fatture”.
Turnaround della crisi
Il fenomeno, afferma Cerved in una nota, “rientra nel processo di ristrutturazione dell' economia italiana che vede, da un lato, l' uscita dal mercato delle societa' piu' fragili e, dall'altro, il consolidamento delle condizioni economico-finanziarie delle imprese che sono sopravvissute”. Continua inoltre a ridursi lo stock di fatture commerciali non pagate da parte della Pubblica Amministrazione, anche se la quota di mancati pagamenti sulle fatture di nuova emissione rimane consistente. La diminuzione dei protesti ha coinvolto tutti i comparti dell' economia e tutte le aree della Penisola. A livello settoriale, la manifattura e' l' unico comparto con un numero di societa' protestate inferiore al livello pre-crisi.
Italia diseguale
A livello geografico diminuisce il numero di imprese protestate in tutte le aree della Penisola. A guidare la diminuzione e' il Nord Ovest con 3mila imprese con almeno un protesto, il 20% in meno del 2013 e -9,2% rispetto al livello pre-crisi. Fa eccezione il Nord Est, dove si sono allungate le scadenze (+1,7 giorni), ma sono diminuiti i ritardi, passati da 13,2 a 12,3 giorni (il minimo a livello nazionale).Quanto ai tempi di pagamento Cerved rileva che in due anni i tempi di liquidazione sono scesi di 5 giorni, soprattutto a causa di una decisa diminuzione dei giorni di ritardo (3,9 giorni). “La riduzione dei tempi di pagamento e' sulle spalle di microimprese e Pmi - osserva De Bernardis - che hanno ridotto i ritardi nonostante scadenze piu' rigide in fattura. Viceversa, sfruttando il maggior potere negoziale, le grandi imprese hanno beneficiato di termini in fattura piu' lunghi, con evidenti vantaggi nella gestione della liquidita'”.
I ritardi della Pa
Lo stock di debiti non pagati dalla Pa ha continuato a calare nel primo trimestre con i dati di Payline relativi a 122mila fatture emesse verso Enti pubblici che mostrano un miglioramento dei mancati pagamenti sullo stock di fatture scadute: sia in termini numerici (49,8% al 31 marzo 2015, contro il 53,9% al 31 marzo 2014), sia in termini di valore (49,5% dal 60,1%) le fatture non pagate scendono al di sotto della meta' del debito scaduto. In calo, ma a livelli ancora elevati, la quota di mancati pagamenti sulle fatture di nuova emissione: il 60% del valore dei pagamenti in scadenza nei primi tre mesi del 2015 non e' stato saldato, in calo rispetto al 65% dello scorso anno. Quanto alle tempistiche di pagamento si accorciano notevolmente i tempi di liquidazione nella sanita', che passano in un anno da 180,2 a 134,7 giorni, grazie a un deciso calo dei ritardi (-44,4 giorni). Al contrario si allungano i tempi di pagamento delle altre amministrazioni pubbliche, in particolare nei Comuni: le amministrazioni comunali nei primi tre mesi del 2015 hanno pagato in media in 79 giorni le proprie fatture, con 33,6 giorni di ritardo (27,3 l'anno precedente)
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