5/5 Il gioco delle banche centrali / Chi rischia di far saltare il giocattolo
C'è il pericolo che qualcuno o qualcosa faccia saltare in aria la “normalizzazione” messa in opera dalle banche centrali? Sì, il pericolo c'è. Se non si riuscisse a produrre sufficiente ricchezza nel sistema economico, il “taxpayer”, l'ultimo anello della catena, si ritroverebbe con minori risorse a disposizione, stretto da una congiuntura economica debole e da attese di modesta inflazione che non lo spingono a consumare. «Molto spesso in queste circostanze si crea anche una frattura importante nell'ambito della categoria – spiega ancora Picchioni - per cui, vuoi per un malfunzionamento dell' ”ascensore sociale”, vuoi per la progressiva concentrazione di ricchezza nelle mani di una sparuta minoranza, la maggioranza dei “taxpayers”, sempre più povera, finisce per perdere progressivamente potere di acquisto e con questo fiducia nel futuro». In quel momento la vicinanza con i grandi disastri della storia è ai massimi livelli, conclude Picchioni, e solo una politica illuminata può scongiurare il peggio. Troppo pessimista? Guardiamo a quello che sta accadendo alla politica europea: Syriza dieci anni fa era un minuscolo e variopinto accrocchio di maoisti e trotzkisti, e oggi è il primo partito greco. Podemos, che due anni fa nemmeno esisteva, poche settimane fa ha conquistato Barcellona. Il Fronte Nazionale di ultradestra guidato da Marine Le Pen alle europee dell'anno scorso è diventato il primo partito in Francia con quasi il 25% dei voti.
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