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Per Ferrari sede legale in Olanda e poi quotazione. Marchionne: «Il Cavallino vale almeno 10 miliardi»

TORINO - «Ferrari quoterà in Borsa probabilmente la holding olandese, con domicilio fiscale in Gran Bretagna. Una struttura simile a quella di Fca». Lo ha detto Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fca e presidente di Ferrari, in occasione della presentazione della Nuova 500 a Torino. La futuro capogruppo olandese di Ferrari nascerà dall’attuale Fiat Chrysler Automobiles NV che ha sede legale in Olanda e domicilio fiscale a Londra. Marchionne ha aggiunto che «come nel caso di Fca, resterà la Ferrari italiana che continuerà a pagare le tasse in Italia».

Quanto alla possibile valutazione in Borsa del Cavallino, che valutazione si aspetta Marchionne? Potrà arrivare ai 10 miliardi di euro per il 100% di cui si è parlato? Lui se la cava con una battuta: «Minimo, e il massimo dipende dal mercato». Più seriamente, «ci sono delle aspettative di un certo tipo da parte nostra, il mercato è quello che è; lasciamo che il prezzo lo decida il mercato. Il fatto che stiamo vendendo solo il 10% del capitale darà al titolo anche un valore legato alla scarsità».

In ogni caso, i programmi “non cambiano” in relazione all'attuale momento di turbolenza dei mercati, che ha visto ieri le azioni Fca perdere l'1% a 12,81 euro, dopo essere scese a metà seduta sui minimi da metà febbraio.
L'emigrazione della holding Ferrari in Olanda, così come quella di Fca, non ha un valore simbolico? «È simbolica del fatto che ai paesi è richiesta una capacità di adattarsi a quello che succede a livello internazionale. Il fatto che abbiamo dovuto fare tutti questi passi significa che dobbiamo facilitare il comportamento delle aziende. L'Italia lo deve fare», ha spiegato Marchionne.

I risultati di vendita di giugno hanno confermato il buon momento di Fca negli Stati Uniti e in Europa, mentre il Brasile continua a soffrire. A maggio il saldo delle vendite era più o meno in parità rispetto al 2014, mentre i target 2015 prevedono un incremento di 200-400 mila unità. «Credo - ha concluso l’amministratore delegato - che alla fine del terzo trimestre il Sudamerica si riprenderà. E poi, ciò che conta sono i numeri finanzari, il risultato operativo».

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