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Cdp, nominati i nuovi vertici: al via il tandem Costamagna-Gallia

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Cdp, nominati i nuovi vertici: al via il tandem Costamagna-Gallia

Alla Cassa depositi e prestiti comincia il nuovo corso con Claudio Costamagna alla presidenza e Fabio Gallia indicato nel ruolo di amministratore delegato (spetterà al cda del 13 luglio formalizzarne la designazione). Ieri, al termine di una lunga giornata, segnata da diversi stop and go, mentre il Mef e le fondazioni cercavano una quadra sulle modifiche statutarie collegate al riassetto, è arrivato il comunicato di chiusura della doppia assemblea straordinaria e ordinaria convocata in mattinata e poi riaggiornata nel tardo pomeriggio.
Al fianco di Costamagna e Gallia, l'azionista di maggioranza ha confermato nel board Maria Cannata e Alessandro Rivera, mentre le new entry sono l'imprenditrice Isabella Seragnoli e il dg di Assonime, Stefano Micossi. Per le fondazioni, la conferma è Mario Nuzzo (che diverrà vicepresidente), affiancato da Carla Patrizia Ferrari, in quota alla Compagnia di Sanpaolo, e da Alessandra Ruzzu, indicata dalla Fondazione Banco di Sardegna. Quanto alle modifiche statutarie approvate dall'assise straordinaria dei soci, tutto come da copione: rimodulazione della clausola etica, introduzione di quorum rafforzati per le decisioni del cda su politiche di gestione dei rischi e distribuzione degli utili e istituzione di un comitato rischi e un comitato strategico che saranno guidati dal vicepresidente.

Che sarebbe stato un lungo epilogo lo si era intuito anche alla vigilia, contrassegnata da un confronto ancora serratissimo tra Mef e fondazioni alla ricerca di una quadra attorno al riassetto di Cdp. E, non a caso, la doppia assemblea dei soci, che ieri ha decretato il nuovo corso della Cassa, con Claudio Costamagna nominato presidente e Fabio Gallia designato alla carica di ad - sarà il cda convocato per il 13 luglio a formalizzare l’assegnazione -, è andata avanti per l’intera giornata tra sospensioni e aggiornamenti, intervallati anche da una informativa del ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, nel Consiglio dei ministri di ieri mattina (con annessa necessità di espletare alcune questioni procedurali dopo la riunione). Il tutto mentre i due soci di Cdp continuavano a limare le modifiche statutarie - e il Mef chiudeva anche la sua lista -, cercando di trovare un equilibrio tra il cambio della guardia e la volontà delle fondazioni di tenere la barra dritta rispetto alla mission futura della Cassa e, soprattutto, alla sua capacità di continuare a remunerarle come avvenuto finora. Così il comunicato, che ha sancito la chiusura del complesso negoziato, è arrivato in serata con le prime righe che ricalcano quanto detto dal governo e dal Mef per giustificare il rinnovo anzitempo dei vertici: la cessazione anticipata è scattata «considerata la volontà degli azionisti di insediare un nuovo consiglio con l’obiettivo di impostare da subito il piano industriale 2016-2018»

Ed eccola la nuova squadra che siederà nel board di Cassa al fianco del presidente Costamagna e dell’ad in pectore Gallia, che, secondo fonti di Palazzo Chigi, avrebbero ricevuto l’in bocca al lupo del premier Matteo Renzi. Nella lista dell’azionista di maggioranza, risultano confermati Maria Cannata, responsabile della direzione Debito pubblico del Mef, e Alessandro Rivera che, sempre a Via XX Settembre, guida la direzione Sistema bancario e finanziario-affari legali. Le new entry sono, invece, l’imprenditrice Isabella Seragnoli, con una solida expertise industriale, e Stefano Micossi, economista stimato e attuale direttore generale di Assonime. Escono, invece, dal board, lato Mef, Olga Cuccurullo, Francesco Parlato e Antimo Prosperi. Per le fondazioni, invece, la conferma è quella di Mario Nuzzo, che assume la carica di vicepresidente, affiancato da Carla Patrizia Ferrari, in quota Compagnia di Sanpaolo, e Alessandra Ruzzu, indicata dalla Fondazione Banco di Sardegna.

Sul fronte delle modifiche statutarie, non ci sono sorprese rispetto a quanto emerso nei giorni scorsi. Oltre all’allentamento della clausola etica per consentire la cooptazione di Gallia, su cui pesa una citazione in giudizio della procura di Trani che, per la verità, riguarda anche altri banchieri, le correzioni hanno riguardato anche «l’introduzione di quorum costitutivi e deliberativi rafforzati per le decisioni del cda in materia di politiche di gestione dei rischi e distribuzione degli utili». Tradotto: le fondazioni potranno far pesare la loro presenza, attraverso maggioranze qualificate, nella strategia futura della Cassa - gli enti hanno difeso con le unghie e con i denti il paletto statutario che impedisce a Cdp di investire in società non in bonis - ma anche nella politica di remunerazione. Che dovrà, altra condizione spuntata dalle fondazioni, rimanere sugli stessi livelli garantiti finora. E, proprio per blindare gi impieghi futuri di Cdp e sbarrare così l’apertura a operazioni troppo spericolate, gli enti hanno anche ottenuto un duplice presidio in seno alla governance che sarà assicurato da un comitato rischi e da un comitato strategico, entrambi guidati dal vicepresidente Mario Nuzzo, riconfermato dalle fondazioni più piccole.

L’avvio del nuovo corso è poi coinciso con il commiato dell’ad Giovanni Gorno Tempini che ieri ha inviato una breve lettera a tutti i dipendenti della spa di Via Goito. «Il vostro contributo è stato fondamentale nella grande trasformazione della Cassa, oggi unanimemente riconosciuta come motore fondamentale dello sviluppo economico del paese. Sono stati anni intensi e importanti, ma è arrivato il momento di voltare pagina, per l’azienda e per me». Nella missiva, Gorno Tempini rivolge un pensiero ai nuovi vertici («sono sicuro che Cdp continuerà a crescere e a dare grandi frutti con la guida che sapranno indicarvi») e riserva altresì «un pensiero e un ringraziamento particolari» al presidente Bassanini «per la fiducia e il sostegno che non mi ha mai fatto mancare». Parole affettuose che fanno il paio con quelle che, due giorni orsono, lo stesso Bassanini gli aveva rivolto nella lettera (si veda il Sole 24 Ore del 9 luglio), inviata alle fondazioni e ai membri del cda, per rimettere il mandato e tracciare un bilancio dei suoi anni alla presidenza della Cassa. Ai due sono arrivati in serata, con una nota, anche i ringraziamenti del ministro Padoan per il lavoro svolto e per aver allineato la Cassa alle sue omologhe europee. «L’evoluzione è avvenuta mentre andavano migliorando gli indicatori di patrimonializzazione e redditività insieme ai dividendi». L’onore delle armi, insomma, a chiusura di un ciclo.

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