Il raddoppio della raccolta di Poste Vita, oggi pari a 15 miliardi, (a tanto ammontano i premi assicurativi a fine 2014), e una incisiva espansione del comparto del risparmio gestito fino a un aumento del 20/30 per cento (la raccolta netta oggi è pari 4 miliardi circa). Assicurazioni e risparmio sono due tra i principali driver della crescita su cui punta il piano industriale al 2020 varato dall'ad di Poste Italiane e che ieri è stato nei suoi punti salienti illustrato alla comunità degli analisti a Londra in vista dell'Ipo della società, attesa tra ottobre e novembre. Sinora la società aveva indicato di voler puntare sui due comparti con l'obiettivo di portare la raccolta complessiva di Poste, che include in prevalenza buoni postali e libretti di risparmio (per i quali la raccolta, pari a circa 200 miliardi è svolta per conto della Cassa depositi e prestiti) e conti correnti, da 420 a oltre 500 miliardi entro il 2020.
Se i dati relativi alla raccolta assicurativa sono facilmente desumibili dal bilancio del gruppo, per cui si può stimare che questa possa salire da 15 a 30 miliardi a fine periodo, i numeri sul risparmio gestito sono meno visibili e si possono ricavare indirettamente. Oggi il gruppo dei recapiti già vende prodotti di investimento, come fondi comuni, per conto di soggetti terzi che li producono. La raccolta netta della sgr del gruppo, Bancoposta Fondi, dovrebbe essere attorno a 4 miliardi, contro asset gestiti per circa 50 miliardi.
La società ha in programma azioni precise per cercare di accrescere le dimensioni e la specializzazione nel comparto, anche per avere nuovi prodotti con un rendimento appetibile da offrire in alternativa ai buoni fruttiferi, che rendono sempre meno. Tra queste azioni c'è sicuramente l'operazione, che è stata formalizzata a fine giugno, e che ha portato Poste a rilevare il 10% del capitale di Anima Holding da Mps. L'ingresso nel capitale della società di risparmio non era indispensabile per concludere un accordo commerciale- che non sarà esclusivo - per la progettazione e la vendita di prodotti di investimento ad hoc pensati per la clientela postale. Ma suggella un'alleanza che sarà cruciale anche per il know-how sull'assistenza alla clientela che il team di Anima è in grado di fornire e trasferire alla rete di vendita di Poste.
Proprio in questi giorni si sta formalizzando il subentro della società dei recapiti a Mps nel patto di sindacato che governa la società assieme a Bpm e nella governance del gruppo. In base agli accordi sottoscritti tra Poste e Bpm, la società guidata da Caio avrà diritto a nominare due consiglieri, uno nel board di Anima Holding, e l'altro nel board di Anima sgr. Il rappresentante di Mps nel board della holding, Bernardo Mingrone, si è dimesso a fine giugno e le nomine di Poste dovrebbero arrivare a giorni. Secondo alcuni rumors non confermati, a entrare nel cda di Anima Holding potrebbero essere figure come il cfo di Poste, Luigi Ferraris, o Antonio Nervi, di recente nominato presidente di Bancoposta fondi sgr. La società guidata da Caio ha però in essere negoziati con altri importanti gestori per stringere accordi commerciali. Tra questi c'è sicuramente il colosso BlackRock.
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