Finanza & Mercati

Fonsai, pm chiede archiviazione per le accuse contro Alberto Nagel…

  • Abbonati
  • Accedi
INCHIESTE

Fonsai, pm chiede archiviazione per le accuse contro Alberto Nagel (Mediobanca)

Il pm di Milano Luigi Orsi ha chiesto di archiviare la posizione dell’amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel e dell'immobiliarista Salvatore Ligresti in relazione alla vicenda del cosiddetto «papello». I due erano accusati dal pm di ostacolo all'attività di vigilanza della Consob. Il filone di indagine a carico dell’a.d. di Piazzetta Cuccia e di Ligresti era nato nell'estate del 2012 nell’ambito della piu' ampia inchiesta del pm Orsi sul gruppo dell’immobiliarista di Paternò. Al centro dell'inchiesta il presunto patto segreto che sarebbe stato siglato il 17 maggio 2012, nella sede del gruppo Compass, tra Nagel e Salvatore Ligresti.

L’intesa era finalizzata, secondo l'accusa, ad assicurare alla famiglia siciliana, responsabile del dissesto del gruppo assicurativo Fonsai, una lauta buonuscita - circa 45 milioni di euro per le quote in Premafin più una serie di benefit per l'ingegnere e i suoi tre figli Paolo, Jonella e Giulia - nell'ambito del piano di salvataggio predisposto da Unipol per Fonsai. Nell'avviso di chiusura delle indagini, il pm Luigi Orsi teorizzava che il «papello» sarebbe stato un accordo segreto tra la famiglia e Mediobanca per aggirare l’intervento del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, che il 27 gennaio in un incontro con Nagel, Cimbri, gli avvocati e l’advisor dei Ligresti, Gerardo Braggiotti, aveva posto il veto a eventuali vantaggi al costruttore di Paternò nell'ambito del salvataggio di Fonsai.

Sulla richiesta di archiviazione dovrà pronunciarsi il gup Roberto Arnaldi. Nell’avviso di chiusura delle indagini datato novembre 2014, il pm Luigi Orsi (che sta per lasciare la Procura di Milano per assumere l'incarico di pg presso la Cassazione) scriveva che «Alberto Nagel e Salvatore Ligresti consapevolmente ostacolavano la funzione di vigilanza della Consob con riferimento all'esistenza e alle circostanze della trattativa - tra la banca (Mediobanca, ndr) e la famiglia Ligresti - finalizzata a regolamentare l’uscita dei Ligresti dal gruppo Premafin/Fondiaria-Sai». Di fronte al fatto che l’operazione con Unipol «era rappresentata come operazione dalla quale la famiglia Ligresti non avrebbe ricevuto alcun beneficio economico», aggiungeva il pm, «il 17 maggio 2012 Nagel e Ligresti siglavano un documento manoscritto intestato «accordi tra famiglia e Nagel, Pagliaro, Cimbri, Ghizzoni», acquisito agli atti, nel quale figurano elencate una serie di utilità da riconoscere alla famiglia Ligresti. Tale «accordo», concludeva il pm, «non era comunicato alla vigilanza di mercato e anzi era tenuto nascosto mediante consegna all’avvocato Cristina Rossello, segretario del patto di sindacato di Mediobanca». Una ricostruzione che il pm, non chiedendo il rinvio a giudizio ma l’archiviazione, ha ritenuto non avvalorata da prove sufficienti per andare a processo.

© Riproduzione riservata