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Abi: si rafforza la ripresa, crescita del Pil nel 2015 dello…

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rapporto afo 2015-17

Abi: si rafforza la ripresa, crescita del Pil nel 2015 dello 0,7%

Un quadro ancora difficile, ma in cui predominano le tinte rosa. Emerge dal rapporto di previsione Afo 2015-17 dell’Abi, elaborato dall'Abi insieme agli economisti degli Uffici studi delle principali banche in Italia. Confermata l’uscita della nostra economia dalla recessione. Si prefigura l’avvio di un processo di convergenza della nostra performance economica verso quella media dell’area euro, fatto che non si verificava dall’inizio del nuovo millennio.

Crescita del Pil dello 0,7% nel 2015
Quest’anno è prevista una crescita del Pil dello 0,7%, mentre nel biennio 2016-17 un insieme di favorevoli condizioni dovrebbe portarci a uno sviluppo stabile dell’1,6% annuo: tra esse, il perdurante buon apporto delle esportazioni e il determinante contributo della domanda interna. Il rapporto conferma, dunque, l'uscita dalla recessione e delinea «un quadro che non ignora le difficoltà», ma è «a predominanti tinte rosa».

Archiviato il rischio deflazione
«La ripresa della domanda riuscirà ad allontanare definitivamente i rischi di deflazione, con una crescita dei prezzi al consumo in Italia che sarà inferiore a quella europea (1,3% contro 1,7% nella media del biennio 2016-17) ma ben distante dai valori negativi conosciuti a inizio d'anno», afferma il Rapporto di previsione. Lo scenario di base sui prezzi al consumo indica +0,4% nel 2015, +1,1% nel 2016 e +1,6% nel 2017.

Utili netti delle banche per poco più di 10 miliardi a fine 2017
Gli impieghi all'economia dovrebbero aumentare complessivamente nel corso del triennio di previsione di circa 120 miliardi di euro. Pur in un quadro positivo, come quello disegnato nel Rapporto Afo per il triennio 2015-17, la redditività bancaria continuerà a essere tutt'altro che vivace: gli utili netti delle banche dovrebbero ammontare a fine 2017 a poco più di 10 mld di euro, valore corrispondente a un ritorno sul capitale (Roe) del 2,6%, di oltre tre volte inferiore ai livelli pre-crisi. Nonostante la ripresa del volume di intermediazione, a rallentare il recupero della redditività concorre una non elevata crescita dei ricavi - soprattutto del margine di interesse frenato dal basso livello dei rendimenti di mercato - e un peso del rischio bancario che risente sia di un lento rientro delle sofferenze sia della pressione derivante dal nuovo quadro regolamentare e di supervisione.

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