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Petrolio giù del 20% in luglio. È il peggior mese dal 2008

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il crollo del barile

Petrolio giù del 20% in luglio. È il peggior mese dal 2008

Per il greggio luglio è stato il peggior mese dal collasso di Lehman Brothers: il Wti ha perso il 21,3%, un ribasso superato solo da quello di ottobre 2008, quando le quotazioni si erano ridotte di un terzo. Ieri l’ennesimo affondo l’ha portato a chiudere a 47,12 dollari al barile (-2,9%). Anche il Brent ha concluso il mese con un calo superiore al 20%, spingendosi ai minimi da sei mesi: 52,21 $ a fine seduta.

L’industria petrolifera americana, tuttavia, sta cominciando a mostrare segnali di cedimento:l’Eia ha comunicato che in maggio la produzione di greggio è scesa dell’1,9% a 9,51 milioni di barili al giorno, il calo più consistente da 4 anni. Non solo. L’aggiornamento dei dati ha mostrato che anche in aprile c’era stato un decremento, invece del record storico annunciato. Un’ulteriore conferma che le statistiche Eia sull’output tendono a registrare in ritardo la realtà . È dunque possibile che nei prossimi mesi la frenata diventi più evidente, anche se le compagnie petrolifere di recente hanno cominciato a riattivare le trivelle: anche la settimana scorsa, mentre il barile crollava, Backer Hughes ha registrato un aumento degli impianti per l’estrazione di petrolio, sebbene solo di 5 unità.

La debolezza del mercato sta comunque lasciando il segno sui bilanci dei produttori. E le società molto esposte agli Stati Uniti stanno soffrendo in modo particolare. Oltre Oceano persino i colossi sono in difficoltà. Gli utili di ExxonMobil si sono dimezzati nel secondo trimestre e a 4,2 miliardi di $ sono i più scarsi dal 2009. Nelle operazioni estrattive negli Usa la compagnia, che ha una forte presenza nello shale gas, è addirittura andata in rosso per 47 milioni. A poco le è servito estrarre di più (4 mbg, +3,6%) a costi ridotti del 20%. Se non fosse stato per la raffinazione, più che florida, i risultati sarebbero andati ancora peggio. Exxon ha comunque deciso di dimezzare i buyback , un duro colpo per gli azionisti.

In gravi difficoltà si trova anche Chevron, costretta a svalutazioni per 2,6 miliardi, quasi tutte di asset americani. Il profitto trimestrale è crollato ad appena 571 milioni: il minimo da 13 anni.

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