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PartnerRe, Exor vince la partita

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PartnerRe, Exor vince la partita

MILANO

Con un’operazione da 6,9 miliardi, Exor conquista il gruppo di riassicurazione Partner Re. Lo fa dopo una battaglia a colpi di rilanci che si è consumata negli ultimi mesi a Wall Street, ma che nelle battute finali e a poche settimane dall’assemblea che avrebbe dovuto decidere il destino del gruppo Usa, ha consegnato le chiavi della compagnia di riassicurazione alla holding della famiglia Agnelli.

Con un comunicato diffuso ieri mattina, Exor (assistita da Morgan Stanley) ha fatto sapere di aver siglato l’accordo definitivo per l’acquisto del gruppo Usa (assistito da Lazard) che, contestualmente, ha risolto il progetto di fusione allo studio con l’altro “contendente” Axis Capital Holdings Limited. Immediata la reazione in Borsa con il titolo Exor che in chiusura e dopo una seduta volatile è salito dell’1,18% attestandosi a un prezzo di riferimento di 46,4 euro. Le azioni del gruppo di riassicurazione Usa a fine seduta guadagnavano oltre il 2%.

Nel dettaglio l’intesa prevede che le azioni Partner Re saranno comprate dalla holding torinese a un prezzo per azione pari a 137,5 dollari a cui va aggiunto un dividendo straordinario di 3 dollari per un totale di 140,5 dollari per azione. L’accordo definitivo fa seguito alla decisione comune di PartnerRe e Axis di risolvere il loro accordo di fusione e cancellare l’assemblea straordinaria degli azionisti PartnerRe programmata per il 7 agosto 2015 chiamata a decidere sul matrimonio allo studio o sulla proposta concorrente di Exor. Una scelta che è giunta dopo che tutte le principali società di proxy advisor aveva consigliato ai soci del gruppo di riassicurazione con sede alle Bermuda di preferire la proposta torinese e votare così contro al progetto di matrimonio con Axis.

«L’accordo firmato oggi è molto positivo per PartnerRe e Exor», ha spiegato John Elkann, presidente, amministratore delegato e primo azionista di Exor. «Grazie al nostro impegno di azionisti stabili, PartnerRe continuerà a svilupparsi come primaria società di riassicurazione indipendente e globale. Exor lavorerà ora con il consiglio di amministrazione e il management di PartnerRe al fine di garantire il successo dei prossimi passi. Vorrei ringraziare i nostri colleghi azionisti per il continuo sostegno che ci hanno dimostrato negli ultimi mesi».

La partita, tuttavia, non è completamente chiusa. L’accordo prevede un periodo di «go shop», durante il quale il consiglio di amministrazione di PartnerRe avrà il diritto di sollecitare e valutare eventuali offerte concorrenti all’operazione Exor, avviando negoziazioni in merito ad eventuali proposte ricevute prima del 14 settembre 2015, il tutto nell’ambito delle usuali limitazioni.

Sul fronte dei passaggi tecnici, invece, dopo l’accordo fra le due società, l’operazione dovrà ora essere approvata dagli azionisti di PartnerRe nel corso di un’assemblea straordinaria «che verrà convocata non appena possibile», spiega la holding italiana. Il perfezionamento dell’operazione è atteso non oltre il primo trimestre del 2016, «subordinatamente all’ottenimento della necessaria approvazione da parte degli azionisti di PartnerRe, all’ottenimento delle autorizzazioni di legge e al verificarsi delle altre consuete condizioni per il closing».

Inoltre - spiega il documento diffuso ieri - qualora alcune autorizzazioni di legge non fossero ottenute entro i 12 mesi successivi alla firma dell’accordo o qualora emergessero impedimenti legali al perfezionamento dell’operazione, Exor si è impegnata a corrispondere a PartnerRe una somma pari a 225 milioni di dollari a titolo di rimborso parziale della penale di interruzione pagata da PartnerRe a Axis. Il riassicuratore Usa, infatti, pagherà 315 milioni di dollari ad Axis per avere accantonato la fusione fra i due gruppi privilegiando l’opzione Exor.

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