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Mps torna all’utile nel semestre. Il capitale supera le richieste Bce

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CREDITO

Mps torna all’utile nel semestre. Il capitale supera le richieste Bce

La conferma di un risultato positivo anche nel secondo trimestre dell’anno (121 milioni netti) è il biglietto d’addio con cui Alessandro Profumo ieri ha salutato Siena.

Il cda di Banca Monte dei Paschi, presieduto per l’ultima volta dal manager genovese, ha approvato i conti di metà anno, che registrano un utile netto di 193,6 milioni (353 milioni la perdita nello stesso periodo del 2014), con un risultato operativo lordo di 1.116 milioni (+84,4%), e ha convocato l’assemblea degli azionisti il 15 di settembre per la sostituzione in cda di Profumo (le cui dimissioni erano ampiamente annunciate) e la nomina di un nuovo presidente il cui nome (anche questa non è una novità) è quello dell’attuale numero uno di Borsa italiana, Massimo Tononi. I primi sei mesi del 2015 sono stati importanti sotto il profilo operativo e dell’equilibrio finanziario e patrimoniale per il gruppo di Rocca Salimbeni. Tra gli obiettivi raggiunti, e sottolineati dall’a.d. Fabrizio Viola in conference call, c’è il completo rimborso dei finanziamenti ottenuti dalla Bce per 7,8 miliardi (Tltro, Lcr,Nsfr) e dell’ultima tranche dei Monti bond sottoscritti a suo tempo dal Tesoro (1,071 miliardi), oltre all’aumento di capitale che ha portato 3 miliardi nelle casse del Monte, il cui common equity Tier 1 ratio transitional è ora all’11,3% e al 10,7% il common equity Tier 1 ratio fully loaded (il livello richiesto è 10,2%).

La banca senese, insomma, torna a navigare in acque meno agitate, anche se il programma di alleggerimento del portafoglio di crediti deteriorati va avanti e dopo la cessione di 1,3 miliardi di sofferenze lorde realizzata a giugno, è prevista la vendita di un ulteriore pacchetto di crediti per un miliardo di euro entro l’anno.

«Con il rafforzamento del capitale della Banca e la restituzione degli aiuti di Stato, abbiamo rimesso indietro l’orologio al 2008, prima che la Banca chiedesse gli aiuti pubblici», dice Viola, che in conference call ha voluto sottolineare «la forte posizione di liquidità raggiunta dal Monte, oltre al ritorno alla profittabilità e all’azione di miglioramento della qualità dell’attivo, con un forte aumento del tasso di recupero(+26% n.d.r.) nei crediti deteriorati».

In netto miglioramento anche la riserva Afs del gruppo relativa ai titoli di Stato disponibili per la vendita: al 30 giugno era negativa per 549 milioni, mentre a inizio agosto si era ridotta a -209 milioni. Su questo dato incide il credit spead sul debito italiano, in particolare la posizone in titoli di Stato relativa al prodotto strutturato Alexandria, con il long term repo fatto con Nomura a base di Btp 2034 e, ovviamente la scadenza media del portafoglio di titoli di Stato (16,7 miliardi di euro) che è di 6,6 anni.

«Comunque vada, alla fine, al momento in cui si arriverà alla chiusura, da Alexandria avremo un impatto positivo sul capitale della banca», ha detto Profumo al termine del consiglio d’amministrazione. «Ci sono tre cause in atto con Nomura - ha puntualizzato Viola - una nel Regno Unito presentata da Nomura che chiede danni per 1,5 miliardi di euro, per la quale ci vorrà un po’ di tempo per arrivare alla sentenza; una a Firenze dove Mps chiede danni diretti per 1,1 mld di euro; e una causa penale dove il pubblico ministero è contro Nomura e prevede una richiesta di danni da parte di Mps. L’esito di queste cause è, ovviamente, incerto - ha aggiunto l’amministratore delegato - ma siamo fiduciosi, perché siamo in una posizione di forza rispetto a Nomura e in qualche modo verremo risarciti».

Per quanto riguarda i numeri della semestrale, Viola ha insistito su un concetto: sono state messe le pietre miliari della futura aggregazione, perché adesso la banca ha una solida base patrimoniale e il recupero di redditività del secondo trimestre «dovrebbe suggerire una tendenza in atto», sostenuta anche da un contesto economico nazionale in miglioramento. Inoltre il costo del credito «si sta normalizzando». Nel corso della presentazione agli analisti, Viola e il vice direttore generale Bernardo Mingrone hanno detto che il valore di mercato di Alexandria è di 750 milioni e, in caso di un accordo con Nomura, non ci sarebbe alcun impatto negativo sui conti di Mps.

Il cielo sopra Siena si sta dunque rischiarando. Anche se l’orizzonte rimane coperto dalle nuvole di un futuro prossimo legato alla prospettiva di un'aggregazione che ancora non c'è.

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