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Dudley (Fed) : Stretta a settembre meno probabile. «Molto…

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le turbolenze sui mercati

Dudley (Fed) : Stretta a settembre meno probabile. «Molto lontani» da un QE4

Un rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve a settembre «ora è meno convincente di quanto lo fosse qualche settimana fa». Lo ha detto William Dudley, presidente della Federal Reserve di New York, che continua comunque a sperare in una stretta entro fine anno «perché essa starebbe a significare che l'outlook dell'economia Usa è buono e che siamo sulla strada giusta per centrare il nostro doppio mandato», quello di piena occupazione e stabilità dei prezzi.

Ammettendo di fatto le conseguenze delle recenti turbolenze sui mercati emanate dalla Cina, ha però precisato che è «importante non reagire eccessivamente agli sviluppi di breve termine dei mercati». E ha tagliato sul nascere le ipotesi di un lancio di un quarto round di allentamento monetario.
Secondo il governatore, «gli eventi internazionali hanno aumentato i rischi al ribasso». Alla luce del recente sell-off dell'azionario, Dudley ha spiegato che gli attuali problemi «non derivano dagli Usa ma interamente dall'estero». E infatti la crescita in Usa sta procedendo «bene».

Secondo Dudley - che si dice «ragionevolmente fiducioso» sulla capacità delle autorità in Cina di agire per sostenere la propria economia - le decisioni di politica monetaria dell'istituto guidato da Janet Yellen dipendono dai dati macroeconomici. «E' improbabile che le tensioni sui mercati (osservate recentemente) abbiano un effetto immediato sui dati» di cui la Fed tiene conto per fare le proprie scelte. Di certo, ha dichiarato, nella riunione del mese prossimo la Fed «terrà conto di molti fattori». Sul piano dell'inflazione, il suo andamento debole «non è stato sorprendente».

Quanto a un QE4, «siamo molto lontani» dal parlare di un nuovo programma di quantitative easing. Rispondendo alle domande nel corso di una conferenza stampa dedicata all'andamento dell'economia nella regione di New York, Dudley ha spento sul nascere le speranze di chi spera in un quarto round di allentamento monetario da parte della Fede ossia un programma di acquisto di Treasury e bond ipotecari simile ai tre lanciati nel 2008 (in piena crisi finanziaria), nel 2010 e poi nel settembre 2012 (quest'ultimo è stato portato a termine nell'ottobre 2014).

L'ipotesi ieri era stata lanciata da Ray Dalio, il più grande hedge fund manager al mondo. In nota ripresa dall'FT e inviata ai clienti del suo Bridgewater, Dalio sosteneva che “la prossima grande mossa della Fed sarà allentare (attraverso un QE) piuttosto che stringere” le condizioni finanziarie alla luce dei livelli di debito globale, dei tumulti in Cina e delle turbolenze nei mercati emergenti.

Gli ha fatto eco anche Lawrence Summers, ex segretario al Tesoro degli Stati Uniti e professore ad Harvard. Summers ha prima usato un editoriale sul Financial Times per dire chiaramente che un rialzo dei tassi di interesse da parte della banca centrale Usa sarebbe dannoso. Poi su Twitter ha implicitamente fatto capire che la Fed dovrebbe prendere in considerazione un altro programma di acquisto di Treasury e bond ipotecari simili ai tre lanciati nel 2008 (in piena crisi finanziaria), nel 2010 e poi nel settembre 2012 (quest'ultimo è stato portato a termine nell'ottobre 2014). «Così come nell'agosto 1997, 1998, 2007 e 2008, potremmo essere nelle fasi iniziali di una situazione davvero seria», ha scritto ieri su Twitter. E ancora: «E' tutt'altro che chiaro che la prossima mossa della Fed sarà una stretta» delle sue politiche monetaria, ossia di un aumento del costo del denaro. E ieri ha inviato il seguente cinguettio: «Attualmente i problemi non sono eccesso di fiducia o investitori noncuranti dei rischi, quindi non c'è bisogno che la Fed crei shock per gli investitori».

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