Finanza & Mercati

Saltano le nozze del secolo nel biotech. Syngenta crolla in Borsa,…

  • Abbonati
  • Accedi
MONSANTO RINUNCIA ALL’OPA

Saltano le nozze del secolo nel biotech. Syngenta crolla in Borsa, Monsanto vola

In una settimana caratterizzata da una forte attività di M&A nonostante la volatilità dei mercati finanziari, salta quella che sarebbe stata la sesta maggiore fusione del 2015.
Il colosso americano delle semenze Monsanto rinuncia ad acquisire la rivale svizzera Syngenta mettendo così fine a mesi di trattative per nozze che avrebbero ridisegnato il settore agricolo mondiale. Monsanto - ha spiegato in una nota - resta convinto che la fusione avrebbe creato un “valore enorme” ma viste le resistenze di Syngenta, il gruppo Usa torna a concentrarsi sul suo core business. Monsanto infatti non è mai stato interessato a lanciare un'Opa ostile. E il fatto che voglia riprendere il suo piano di riacquisto di titoli propri potrebbe alleviare i timori che Monsanto si prepari a puntare a un'altra maxi acquisizione.

La rinuncia arriva dopo tre revisioni al rialzo dell'offerta presentata da Monsanto. Le prime due avance ci furono ad aprile e poi a giugno. Nel secondo caso l'offerta fu identica alla prima in termini di prezzo - 449 franchi per azione - ma comprendeva un commissione da 2 miliardi di dollari da pagare nel caso in cui il merger fosse saltato. Nei giorni scorsi Monsanto aveva migliorato nuovamente la sua proposta valutando Syngenta 47 miliardi di dollari. L'azienda Usa era disposta a mettere sul piatto 470 franchi per azione mentre la commissione per un eventuale break-up dovuto a questioni antitrust era salita a 3 miliardi.
“Syngenta ha comunicato che la proposta migliorata di Monsanto non ha centrato le aspettative finanziarie di Syngenta”, ha spiegato l'azienda americana che così dice di “non perseguire più l'attuale proposta per una combinazione con Syngenta”. Monsanto - che con le nozze avrebbe potuto ottenere un ruolo ancor più dominante nel settore agricolo globale attraverso l'offerta di un'ampia gamma di semenze e prodotti chimici - riafferma così il suo “piano di crescita come gruppo a sé stante”.

Sempre oggi Syngenta ha confermato che il suo consiglio di amministrazione ha ricevuto un'offerta superiore alle precedenti da parte di Monsanto ma quell'offerta “sottovalutava significativamente” l'azienda svizzera. Quella proposta inoltre era “piena di rischi d'esecuzione”. In aggiunta “alcune questioni chiave non erano state affrontate da Monsanto con sufficienti dettagli” impedendo così a Syngenta di valutare in modo appropriato la proposta per la creazione di un'azienda di cui gli azionisti di Syngenta avrebbero controllato il 30%. Infine, il gruppo americano è accusato di non essere stato chiaro sul fronte dei possibili rischi e benefici derivanti dalla cosiddetta “inversione fiscale” con cui Monsando intendeva portare nel Regno Unito la sede del nascente gruppo.
Il parere del mercato è chiaro. Gli investitori puntano sul titolo Monsanto (in aumento dell'8%) e penalizzano quello di Syngenta (in calo a doppia cifra a Wall Street). Anche perché il primo gruppo intende premiare i suoi azionisti utilizzando i 4 miliardi di dollari rimasti nell'ambito di un piano di buyback annunciato a metà 2014 e con un valore pari a 10 miliardi di dollari.

Gli analisti di Citigroup spiegano così la performance di Monsanto: “Sebbene pensassimo che un aumento dell'offerta per Syngenta avrebbe messo sotto pressione il management di Syngenta per sedere al tavolo delle trattative, sembre che: 1) il management di Monsanto non fosse disposto a continuare i negoziati a suo scapito e 2) non fosse disposto a continuare a perseguire una transazione attraverso vie ostili”. Per Citigroup, i vertici dell'azienda americana “hanno dimostrato disciplina ponendo fine a questo processo, cosa positiva”. La raccomandazione è “Buy”, comprare il titolo.

© Riproduzione riservata