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La Bce abbassa le stime sul Pil. L’Italia usi «il…

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La Bce abbassa le stime sul Pil. L’Italia usi «il tesoretto» per tagliare il deficit

Le proiezioni macroeconomiche per l'area dell'euro formulate in settembre dagli esperti della Bce e pubblicate nel Bollettino mensile diffuso oggi prevedono una crescita annua del Pil in termini reali dell'1,4% nel 2015, dell'1,7% nel 2016 e dell'1,8% nel 2017. Rispetto al mese di giugno si tratta di una revisione al ribasso, soprattutto per effetto di una minore domanda esterna causata da una debole espansione nei mercati emergenti.

«Secondo la valutazione del Consiglio direttivo - si legge nel rapporto - i rischi per le prospettive dell'attività economica restano orientati verso il basso, di riflesso soprattutto alla maggiore incertezza legata al contesto esterno. In particolare, gli attuali andamenti nelle economie emergenti potrebbero ripercuotersi ancora negativamente sulla crescita mondiale attraverso gli effetti sul commercio e sul clima di fiducia».

Per due paesi in particolare, Italia e Belgio, l’Istituto centrale rileva «un consistente ritardo nell'azione di risanamento necessaria ai fini della regola sul debito». In molti paesi la spesa per interessi si è collocata al di sotto di quanto inizialmente indicato nei bilanci di previsione. Al tempo stesso, anziché impiegare i risparmi per accelerare l’aggiustamento del disavanzo, diversi Stati membri hanno aumentato la spesa pubblica al netto degli interessi rispetto ai piani originari. La Bce consiglia dunque ai paesi che registrano un elevato rapporto tra debito delle amministrazioni pubbliche e Pil (Belgio, Francia, Italia, Irlanda e Portogallo) di utilizzare eventuali disponibilità straordinarie, connesse a una spesa per interessi inferiore alle attese, per la riduzione del disavanzo.

La Germania è stata esortata a incrementare ulteriormente gli investimenti pubblici in infrastrutture, istruzione e ricerca, mentre i Paesi Bassi sono incoraggiati a dirottare maggiori risorse verso ricerca e sviluppo.

«Un’analisi dei recenti dati - si legge nel bollettino - le ultime proiezioni macroeconomiche formulate dagli esperti della Bce e una valutazione provvisoria delle recenti oscillazioni nei mercati segnalano una perdurante, ancorchè lievemente più debole, ripresa economica nell'area dell'euro e un incremento dell'inflazione più contenuto rispetto alle precedenti aspettative».

«Il cambiamento delle prospettive - prosegue il bollettino - dipende prevalentemente da andamenti esterni. L'economia mondiale, benchè in graduale espansione, continua a seguire un profilo disomogeneo. Per un verso, l'attività economica nei paesi avanzati è sostenuta dai bassi prezzi del petrolio, dal perdurare di condizioni finanziarie accomodanti, nonchè dal ritmo più contenuto del risanamento dei conti pubblici e dalla migliore situazione nei mercati del lavoro. Per altro verso, si osserva un deterioramento delle prospettive nelle economie emergenti in presenza di una maggiore incertezza. In alcuni paesi infatti la crescita è frenata da ostacoli strutturali e squilibri macroeconomici mentre in altri è in corso un aggiustamento al calo delle quotazioni delle materie prime e alle condizioni meno favorevoli di finanziamento esterno. In parallelo, i prezzi più bassi delle materie prime contengono le pressioni inflazionistiche»

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