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Finmeccanica, ok francese alla cessione di Ansaldo

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Finmeccanica, ok francese alla cessione di Ansaldo

Era l’ultimo tassello, dopo l’ok dell’Antitrust cinese e il via libera del dipartimento di Stato americano, che mancava per poter chiudere il cerchio autorizzativo attorno alla cessione di AnsaldoBreda e del 40% di Ansaldo Sts alla giapponese Hitachi da parte di Finmeccanica.

E, secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, è arrivato anche il disco verde del governo francese, passaggio indispensabile in considerazione del fatto che gli asset messi in vendita dal gruppo guidato da Mauro Moretti sono considerati “strategici” dal ministero dell’Economia transalpino. Quest’ultimo, prima di concedere il suo benestare, ha passato al setaccio l’operazione anche dal punto di vista delle ricadute occupazionali dal momento che Ansaldo Sts France conta nel paese oltre 750 dipendenti (sui 3.799 dell’intero gruppo).

A questo punto mancano solo alcuni piccoli passaggi burocratici in altri Stati, dove il gruppo opera, per archiviare l’operazione, ma il grosso della parte autorizzativa è ormai alle spalle. E il deal dovrebbe essere chiuso entro la fine dell’anno in linea con la tabella di marcia che era stata annunciata a fine febbraio, in occasione della firma dell’accordo, dallo stesso Moretti e dai vertici del colosso giapponese, il presidente e ad di Hitachi, Hiroaki Nakanishi e il numero uno di Hitachi Rail, Alistair Dormer.

Il prossimo step sarà l’assemblea degli azionisti di Ansaldo Sts che dovrebbe sancire il passaggio tra il vecchio e il nuovo board della società genovese e che si celebrerà con molta probabilità il 2 novembre (in seconda convocazione, la prima era stata fissata per il primo ottobre). In quella sede, usciranno i consiglieri in quota Finmeccanica, mentre dovrebbe rimanere al suo posto l’ad Stefano Siragusa. Per la presidenza, invece, potrebbe essere cooptato l’ad di Hitachi Rail Dormer. Subito dopo l’assise, poi, tra la seconda metà di novembre e gli inizi di dicembre, scatterà quindi il lancio dell’offerta pubblica di acquisto obbligatoria sul restante 60% del capitale a carico di Hitachi, come previsto dall’accordo sottoscritto a fine febbraio, almeno allo stesso prezzo pagato al gruppo di Piazza Monte Grappa (9,65 euro).

Moretti si avvia dunque a mettere la parola fine sulla cessione del settore trasporti come aveva annunciato al mercato nei mesi scorsi. Mentre i giapponesi portano a casa un bottino che consentirà di espandere significativamente la loro presenza globale. Hitachi, come ha spiegato in più occasioni Dormer, giudica infatti AnsaldoBreda strategica per sfruttare il potenziale di crescita dei nuovi mercati e per diventare leader globale nelle soluzioni ferroviarie. Mentre Ansaldo Sts, una volta ultimata l’Opa, rappresenterà una testa di ponte, con la sua significativa quota di mercato (oltre il 50% del segmento), per rafforzarsi ulteriormente nei sistemi di segnalamento ferroviario.

Il big giapponese, però, ancor prima di tagliare il traguardo finale, ha avviato il confronto con i sindacati che, va detto, si erano mostrati preoccupati per una possibile riduzione della forza lavoro negli stabilimenti della penisola. E, proprio due giorni fa, a Roma, è andato in scena, il primo incontro tra Hitachi, AnsaldoBreda e le organizzazioni sindacali locali e nazionali (il prossimo è in agenda per il 24 settembre). Davanti ai rappresentanti dei lavoratori, i vertici delle due società hanno ribadito le opportunità positive che scaturiranno dall’operazione e hanno rimarcato la linea espressa, a fine luglio, proprio da Dormer che aveva rassicurato i dipendenti del gruppo. «Non sposteremo alcuna parte di AnsaldoBreda in Gran Bretagna. Le fabbriche sono in Italia, la gente è in Italia. Alcuni dicono che la gente sarà rilocalizzata a Londra, è spazzatura», aveva spiegato il top manager per poi soffermarsi sui successivi passaggi del deal. «Per due-tre anni AnsaldoBreda e Ansaldo Sts saranno gestite come società separate - aveva precisato Dormer -. Poi ci sarà l’integrazione in una sola società, Hitachi Rail».