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Investire con le Heikin-Ashi: ecco gli indicatori della prudenza che hanno “previsto” il crack di agosto

Per molti trader le candele giapponesi classiche sono il pane quotidiano e rappresentano una delle più diffuse e importanti tecniche di analisi dell'andamento dei mercati borsistici.
Per chi non le abbia mai utilizzate, basti dire - senza entrare in eccessivi tecnicismi - che vengono visualizzate sul grafico non come una linea continua, ma appunto come “candele” o “barre” verticali, una per ogni unità di tempo impostato. Ogni singola candela indica in modo visuale, cioè rapido e sintetico, cinque dati: prezzo di inizio dell’unità di tempo (es. 5 minuti), prezzo massimo, prezzo minimo, prezzo di fine e colore (verde se la differenza tra inizio e fine è positivo, rosso se è negativa).

Questo tipo di visualizzazione ha consentito poi di individuare una serie di figure (“pattern”) costituite da più candele e che si ripetono in determinate condizioni di mercato. Ciò, in definitiva, consente una buona analisi previsionale. Tuttavia le candele giapponesi o “candlestick” presentano alcune difficoltà che hanno spinto all’aggiornamento di questi indicatori. E questo aggiornamento ha dato vita alle candele Heikin-Ashi, il cui nome significa “media della barra”.

Ma di cosa si tratta e come si differenziano dalle candele classiche?

«Ho scoperto le Heinkin-Ashi utilizzando alcuni software e ho deciso di approfondirle», spiega Francesco Caruso, autore di libri sull’analisi tecnica e vincitore del premio internazionale MFTA dell’IFTA. «In Italia sono uno dei pochi che li conosce. Visivamente assomigliano alle candele giapponesi, ma non lo sono: come queste hanno dei punti di apertura, chiusura, massimo e minimo, ma questi sono calcolati in modo diverso. I valori rappresentati graficamente, infatti, non sono puntuali, cioè non sono punti di periodo, ma ognuno di essi è calcolato in maniera differente. Nello specifico, il valore dell’apertura è dato dalla somma dell'apertura del periodo precedente (T-1) con la chiusura del periodo precedente diviso due; il massimo è il valore massimo tra il massimo di oggi, l'apertura Heiken-Ashi del periodo attuale, o apertura H, e la chiusura Heiken-Ashi attuale, o chiusura H; allo stesso modo il minimo è il valore minimo tra il minimo del periodo attuale, l'apertura H e la chiusura H. Apparentemente è complicato, ma sono formule semplici con cui si familiarizza in brevissimo tempo».

È evidente, quindi, che i grafici a candele classiche e a candele Heikin-Ashi possono apparire anche molto diversi, visto che esprimono valore diversi. Qual è il vantaggio di questa visualizzazione?

Caruso non ha dubbi: «È una modalità di visualizzazione del prezzo strutturata per cercare di eliminare dalle barre e dalle candele tutti i cosiddetti rumori di fondo di brevissimo termine. Così filtrati – aggiunge – i trend appaiono stabilizzati e sono di grossa utilità per la loro interpretazione». Rumori di fondo che possono conferire diversi gradi di irregolarità all'andamento del grafico, minori, con correzioni di breve termine o di medio periodo, con correzioni di medio o anche di inversione.

«Quelle minori - spiega ancora Caruso - vengono pulite dall'Heikin-Ashi, indipendentemente dall'arco temporale considerato». L’analista tuttavia suggerisce di non utilizzarlo da solo, soprattutto all’inizio: «Le Heikin-Ashi Aiutano a smorzare la difficoltà interpretativa di un grafico normale, i cui segnali possono essere ingannatori. Secondo me, però, il metodo va usato con altri indicatori. L’analisi grafica è solo una parte dell’analisi tecnica, quindi va integrata controllando tutte le variabili che possono influenzare il mercato. Per i neofiti è meglio studiare prima le bar chart e le candele, e solo in un secondo momento queste, che sono più valido per trader mediamente esperti. Va infatti preso con le molle: dà la sensazione che sia una sorta di trading system, che sia la soluzione. Invece è uno strumento, può essere soggetto a falsi segnali in caso di trading range».

E pur negando a questa tecnica un valore predittivo assoluto, Caruso ricorda come nel calo di agosto abbia aiutato a comprendere la rottura di supporti importanti più rapidamente di altri indicatori: «Può essere paragonare a una lente d'ingrandimento», chiosa.

Più netto l'approccio alle Heikin-Ashi di Renato Dacarolis: «Usarle con altri indicatori? Secondo me non serve nient’altro. Nell'intraday con azioni italiani ed estere, valute e materie prime io lavoro con un solo grafico Heikin-Ashi!». Decarolis ha incontrato le candele “aggiornate” diversi anni fa e l’anno scorso ha pubblicato un ebook sull’argomento con Trading Library. «Da allora ho avviato uno studio approfondito e adesso uso solo queste, anche se è chiaro che bisogna valutare sempre il contesto macroeconomico in cui ci si muove».

Ma non si tratta di una tecnica aggressiva, anzi: «Il mio consiglio - suggerisce - è che per esempio se si usa la strategia sull’indice italiano, quando si fa un guadagno dalla prima operazione è meglio fermarsi e cambiare strumento o ridurre i volumi. Mettere fieno in cascina, con prudenza, psicologia. La strategia Heikin-Ashi è infatti prudente, volutamente prudente, e fa entrare in ritardo perché non segue il rialzo immediato; questo è il prezzo che si paga per avere d’altro canto falsi segnali fortemente filtrati e trend puliti, evitando così molti stop loss e molte entrate a vuoto sul mercato».

I grafici a candele sono infatti spesso pieni di gap, di vuoti tra una candela e l’altra, cosa che invece con le Heikin-Ashi non può accadere: «L’impatto visivo è impressionate - conferma Decarolis -. Ai corsi, mettendo a confronto lo stesso grafico a candele classiche e a Keikin-Ahi, spesso vedo i trader che restano a bocca aperta!». Il prossimo si svolgerà tra pochi giorni a Milano, il 26 settembre prezzo Webank, nell’ambito dell'International Meeting Day, organizzato da Trading Library.

«Personalmente - continua - ho realizzato strategie intra e multiday personali, farlo è di una semplicità estrema, tutti lo possono capire, è molto comprensibile: nell'intraday, dopo i massimi di giornata si va short, dopo i minimi, via long. È un modo rivoluzionario, banale ed efficace di fare trading. La vera difficoltà risiede nei settaggi dello strumento, per esempio la scelta del time frame sui diversi titoli. Diciamo che per settaggi e configurazioni è necessario un po’ di studio. Nel multiday le regole sono invece più complesse».

«Per me - conclude - il vero valore aggiunto delle Heikin-Ashi è che con questo indicatore i segnali non possono essere modificati o manipolati, ma danno un ritorno oggettivo, non influenzabile dalla psicologia del singolo trader. E chi le utilizza non torna più indietro. Salvo, ovviamente, chi lavora sui gap, che non può usarle perché qui non ci sono».

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