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Grecia, è proprio un altro Tsipras. I tassi dei bond scendono…

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atene ai raggi x

Grecia, è proprio un altro Tsipras. I tassi dei bond scendono sotto l’8%

È tornato il sereno sulla Grecia? È presto per dirlo ma a livello finanziario sembra un altro mondo. Un altro mondo, seppur a parità di premier. Il 25 gennaio scorso - quando Alexis Tsipras si aggiudico le prime elezioni parlamentari portando il partito di estrema sinistra Syriza al comando - il rendimento dei titoli greci a 10 anni era al 12% per poi superare il 14% in primavera, quando al referendum contro l’austerità proposto da Tsipras vinse il no.

Oggi il quadro è diverso. C’è sempre Tsipras (ha rivinto domenica le elezioni) ma il rendimento dei titoli a 10 anni è sceso nel corso della giornata sotto l’8% e punta ormai al di sotto questa soglia. Un altro aspetto molto interessante è che la curva dei rendimenti è sì invertita (ovvero i titoli con scadenza inferiore sono considerati più rischiosi e quindi pagano un rendimento più alto) ma molto meno. I titoli a 2 anni, che avevano superato il 30% nella fase critica del referendum, viaggiano vicino al 10%, vicinissimi ormai ai decennali.

Il tutto accade in un contesto ancora precario, certo. Quadro che non permette al momento alla Grecia di poter usufruire del quantitative easing della Bce (che invece acquista mensilmente sul mercato aperto i titoli degli altri Paesi dell’Eurozona). La stessa Bce però in passato ha aperto all’ipotesi di includere la Grecia nel piano di quantitative easing.

Mentre creditori e debitori cercano di trovare un punto di incontro.

Parlando ai dirigenti del partito dopo la vittoria elettorale, Tsipras ha messo in chiaro che il suo governo avrà come obiettivi ripristinare la fiducia nell'economia e nel sistema bancario del Paese e trattare coi creditoriper un alleggerimento del debito. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha sollecitato Atene a spendersi per la stabilità e ad attenersi alle riforme concordate.

I governi della zona euro, principali creditori di Atene, sono pronti a porre un tetto annuo di 15% del Pil sul costo della raccolta, nell'ambito delle misure dialleggerimento del debito a sostegno di una ripresa dell'economica ellenica. È quanto hanno detto a Reuters funzionari della zona euro, chiedendo di mantenere l'anonimato. Un simile provvedimento si tradurrebbe in pagamenti nominaliinferiori se l'economia greca verserà in cattive acque e, viceversa, superiori in una situazione migliore del previsto.
Atene ha chiesto uno sconto su buona parte dei circa 197 miliardi dovuti alla zona euro, ma i ministri delle Finanze europeihanno categoricamente escluso qualsiasi forma di “haircut”.

Nel caso in cui dalla “review” dei prossimi mesi emergesse che Atene sta attuando le riforme chieste dai creditori, la zona euro acconsentirà a modificare alcuni parametri dei prestitiper garantire che i costi di servizio non superino il 15% del Pil.

«È ampiamente accettato», ha spiegato uno dei funzionari europei a conoscenza delle discussioni sul debito. «Si è d'accordo sul fatto che questa è la via da seguire».
Ildebito pubblico ellenico si attestava ad aprile a 301,5 miliardi, 168,8% del Pil, in calo rispetto al 177,1% del 2014. Il Fondo monetario internazionale ha finora ritenuto sostenibile un debito pubblico soltanto se inferiore al 120% del Pil. “Questo ragionamento non ha senso per la Grecia perché non tiene conto di periodi di grazia, dei tassi molto bassi e dell'allungamento delle scadenze, che tengono il costo del debito molto basso”, ha spiegato un altro funzionario.

«Il nuovo criterio per valutare la sostenibilità prevede di considerare il costo di servizio sul debito come percentuale del Pil, e questo non deve suuperare il 15%», ha aggiunto. I costi di servizio per il debito greco nel 2015 si attestavano circa all'11% del Pil e scenderanno notevolmente nei prossimi anni per tornare ad aumentare nel 2023, quando terminerà il periodo di grazia sui prestiti della zona euro.

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