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Montepaschi fa pace con Nomura sul derivato Alexandria e vola in Borsa

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Montepaschi fa pace con Nomura sul derivato Alexandria e vola in Borsa

TOKYO – Finisce con un compromesso il prolungato contenzioso reciproco tra il Monte dei Paschi di Siena e la giapponese Nomura sul derivato Alexandria. Le due parti hanno raggiunto un accordo transattivo che chiude un litigio incrociato (con una causa a Firenze e una opposta a Londra, iniziate entrambe il primo marzo 2013) pernicioso per entrambi, mettendo fine anticipata al controverso contratto-capestro sottoscritto nel 2009 e strutturato fino al 2034 (investimento in Btp in asset swap da 3 miliardi di euro finanziato con un Long Term Repo di pari durata). Il titolo in Borsa ha reagito molto bene alla notizia con un balzo quasi a due cifre.

L'impatto su Siena
Con la transazione, l'esborso a carico di Mps si è ridotto a 359 milioni rispetto ai 799 milioni dell'eventuale chiusura anticipata secondo una metodologia di pricing condivisa tra le parti. Si tratta quindi di un “sconto” di 440 milioni di euro, che però di fatto si riduce a 252 milioni in quanto Mps ha riconosciuto a Nomura 188 milioni come ristoro della perdita di funding benefit.
La banca senese ha precisato che l'impatto negativo one-off dell'accordo transattivo a conto economico è di circa 130 milioni, pari a 88 milioni al netto delle imposte.
Termina così l'ultimo contenzioso legato alla precedente gestione. Dal punto di vista dei coefficienti patrimoniali, il beneficio secondo i criteri di Basilea 3 è di 56 punti base su base transitional e di circa 70 in termini di “common equity full application”. Secondo Mps, l'incremento del patrimonio netto tangibile è di 257 milioni e l'impatto positivo di liquidità è di 500 milioni, mentre d'ora in poi si potrà registrare un vantaggio prospettico sul margine di interesse da circa 40 milioni per anno. «Sono soddisfatto di aver chiuso l'ultima operazione problematica - ha commentato l'amministratore delegato Fabrizio Viola - Questo importante risultato rafforza patrimonialmente Mps, migliora la sua redditività prospettica e normalizza la sua posizione finanziaria. La transazione è stata possibile grazie al costruttivo contributo dell'attuale management di Nomura e chiude il contenzioso». «Questo importante passaggio – continua Viola - ci offre la possibilità di guardare avanti con maggiore tranquillità continuando l'attività di rafforzamento e rilancio della banca».

L'impatto su Nomura
Anche la banca di investimenti nipponica chiude i conti con l'eredità della precedente gestione, che aveva rilevato asset e personale europeo e asiatico dalla fallita Lehman Brothers. Sul bilancio del secondo trimestre, la transazione avrà un impatto negativo di 34,5 miliardi di yen. In un comunicato, il gruppo ha sottolineato che nel complesso era nel suo interesse transare e chiudere. E aggiunge: «La società ritiene che le transazioni siano state condotte legalmente e appropriatamente. Non accetta addebiti contro di essa e non ammette alcun comportamento errato in relazione al settlement». Nell'ambito della chiusura del contenzioso, Nomura consegnerà a Mps, a valori di mercato, un portafoglio composto prevalentemente di Btp in asset swap di medio-lunga durata per 2,635 miliardi di euro di valore nominale.
Restano strascichi del passato per entrambe le società. La transazione lascia impregiudicata l'azione di responsabilità di Mps verso i suoi ex vertici ed eventuali altri soggetti corresponsabili in riferimento all'operazione Alexandria.
Per Nomura, i grattacapi procurati da spregiudicati ex finanzieri Lehman permangono negli Stati Uniti. Due settimane fa sono stati incriminati formalmente nel Connecticut tre ex trader di Nomura: Ross Shapiro, Michael Gramins e Tyler Peters, arrivati nel 2009 negli uffici di New York del gruppo giapponese per espandere il trading sui mutui residenziali. Secondo l'accusa, avrebbero costantemente manipolato i prezzi a danno della clientela per incrementare i ricavi per la società. E quindi i propri compensi.

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