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Guerra della birra: SabMiller dice ancora no alla maxi-offerta di InBev

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RESPINTA PROPOSTA DA 93 MILIARDI DI EURO

Guerra della birra: SabMiller dice ancora no alla maxi-offerta di InBev

Nuovo capitolo della guerra tra i due pesi massimi della birra. Il numero due mondiale del settore, SabMiller ha respinto anche la terza offerta presentata dal numero uno, Ab Inbev, che è arrivata a 68 miliardi di sterline, quasi 93 miliardi di euro. Il gruppo belga - partito con 38 sterline, poi rilanciate a 40 - ha proposto 42,15 sterline per azione, con un premio del 44% rispetto alla quotazione di chiusura di SabMiller il 14 settembre, prima che si diffondessero le voci sull'Opa. SabMiller è però rimasta ferma sulle sue posizioni: secondo il cda anche questa offerta «sottovaluta in modo sostanziale» il gruppo, considerando «la sua presenza senza pari» sui mercati internazionali e le sue prospettive di sviluppo.

Nel voto, tuttavia, il board non è stato affatto compatto. Il principale azionista di SabMiller, Altria (sigarette Marlboro) che controlla il 27% del capitale, si è detto contrario al nuovo rifiuto e ha anzi esortato il consiglio a «impegnarsi immediatamente e in modo costruttivo con Ab Inbev per mettersi d'accordo sui termini di un'offerta amichevole». Sull'operazione si è anche pronunciata sfavorevolmente l'agenzia di rating Fitch che ha messo in credit watch negativo entrambe le società per l'elevata leva che risulterebbe dalla fusione.

L'agenzia calcola che il debito consolidato sarebbe tra 120 e 160 miliardi di dollari. Infuria, intanto, il duello anche verbale tra i due colossi. SabMiller «è il gioiello della corona dell'industria della birra mondiale. Ab Inbev ha bisogno di SabMiller ma ha fatto proposte opportunistiche e piene di condizioni», ha sottolineato il presidente di SabMiller, Jan du Plessis, nel motivare il nuovo rifiuto all'offerta belga. Certamente la fusione porterebbe grossi vantaggi a Ab Inbev, aprendogli le porte di Africa e Asia. «L'aggregazione porterebbe a un gruppo veramente mondiale.. vista la complementarietà delle presenze geografiche e del portafoglio dei marchi», ha sottolineato da parte sua il gruppo belga.

In effetti il nuovo colosso, che avrebbe una capitalizzazione “monstre” di oltre 250 miliardi di euro, opererebbe in tutti i principali mercati della birra, inclusi i maggiori Paesi emergenti con forti prospettive di crescita. Ab Inbev, nata nel 2008 dalla fusione tra il gigante belga InBev e quello americano Anheuser-Busch, è il maggior produttore per quote di mercato e possiede oltre 200 marchi di birra, tra cui Budweiser, Corona e Stella Artois. SabMiller, fondata in Sudafrica nel 1895, dopo l'aggressivo shopping negli ultimi anni in Europa, Asia e Africa è arrivata a conquistare marchi quali Peroni, Grolsch e Pilsner Urquell ed è molto forte nei mercati emergenti. In Cina, tramite un partner locale, commercializza la birra Snow, la più venduta al mondo. Se venisse realizzata, la fusione sarebbe la terza maggiore operazione della storia finanziaria, dopo quella tra Vodafone e Mannesmann nel 1999 e Verizon Communication e Verizon Wireless nel 2013. Alla Borsa di Bruxelles Ab Inv ha chiuso in rialzo dello 0,60% a 98,65 euro, in un mercato in leggero calo. SabMiller a Londra ha chiuso in progresso dello 0,30% a 3.633 pence.


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