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Ubi Banca diventa Spa: l’assemblea ha approvato la trasformazione

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POPOLARI

Ubi Banca diventa Spa: l’assemblea ha approvato la trasformazione

L’assemblea straordinaria di Ubi ha approvato quasi all’unanimità la trasformazione della banca popolare in società per azioni. Nei quartieri fieristici di Brescia e nelle quattro sedi videocollegate (Milano, Bergamo, Jesi e Cuneo) hanno votato a favore della trasformazione 4976 soci su 5032 presenti (deleghe comprese), pari al 98,88% del capitale.

«Grande soddisfazione» è stata espressa da fonti del ministero dell’Economia subito dopo l’annuncio della trasformazione. Si tratta della «prima conversione in Spa» di «una delle più importanti banche popolari, conversione che è avvenuta con uno elevatissimo consenso». Secondo le stesse fonti, si tratta «del primo concreto risultato della riforma delle Popolari promossa dal governo appena qualche mese fa. Ci si augura che questa trasformazione inneschi un processo di rafforzamento del settore che porti le banche ad avere un ruolo piu' incisivo per lo sviluppo delle sistema delle imprese».

L’esito dell’assemblea era del resto abbastanza scontato: tra le diverse anime della banca, e le rispettive associazioni in rappresentanza, si è raggiunta recentemente una condivisione di intenti sulla ineluttabilità della trasformazione in Spa richiesta dalla normativa.

La trasformazione di Ubi banca in spa «ha sicuramente un senso proprio per la stabilità del nostro istituto», ha detto Andrea Moltrasio, presidente del consiglio di sorveglianza dell'istituto, illustrando ai soci il nuovo statuto, che doveva essere approvato dall'assemblea con il `quorum´ dei due terzi. «Non solo il governo e la Banca d’Italia - ha spiegato - ma anche la Bce, il Fondo monetario internazionale, Basilea: tutti gli enti, anche la stessa Consob in Parlamento, si sono pronunciati a favore di questo cambiamento. Assecondiamo una decisione che sicuramente ha un senso proprio per la stabilità del nostro istituto».

Tra gli interventi da registrare quello di Ezio Falco, presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, titolare del 2,23% di Ubi banca. La Fondazione, ha detto Falco, ha investito in Ubi 425 milioni di euro, cifra che ne fa «il maggiore investitore nella banca», dopo i fondi di investimento Silchester e BlackRock. «Plaudiamo ai vertici di Ubi - ha detto Falco - per avere accolto con sollecitudine l'invito del governo, in un Paese che tende sempre a posporre e a fare domani quello che andrebbe fatto oggi. Ci aspettiamo di essere coinvolti nella futura strategia per l'investimento fatto nel gruppo».

Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, il maggior sindacato dei bancari, ha posto l’accento sulle possibili aggregazioni che potrebbero seguire alla trasformazione in Spa. «Non tollereremo fusioni - ha detto Sileoni, che è intervenuto in qualità di dipendente-socio della banca - che comportino un bagno di sangue in tema di esuberi e di perdita dei posti di lavoro».

Per Piero Lonardi, socio Ubi e firmatario di uno dei tre ricorsi al Tar del Lazio contro le disposizioni di Banca d’Italia relativa alla riforma sulle popolari, ha criticato la «fretta» con cui la trasformazione in Spa «viene fatta, forse nell’interesse di alcuni?».

Ubi Banca è così la prima banca popolare a passare alla nuova denominazione societaria. Tutto nasce dal decreto Renzi-Padoan che prevede che, entro la fine 2016, le 10 principali banche popolari passino alla nuova forma societaria, pena il rischio il ritiro della licenza bancaria.

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