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La doppia partita di Spa e aggregazioni

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La doppia partita di Spa e aggregazioni

Archiviata l’assemblea Ubi, la prossima popolare candidata a diventare Spa dovrebbe essere Veneto Banca. L’unica, tra le altre grandi coinvolte nella riforma, a non aver ancora svelato o per lo meno fatto intendere la propria tabella di marcia. A Montebelluna consigli e comitati si susseguono di giorno in giorno, gli approfondimenti normativi e il confronto costante con la Vigilanza europea scandiscono l’attività del board e del direttore generale Cristiano Carrus, ma dei quattro passaggi che attendono la popolare veneta - la Spa, la quotazione, l’aumento e l’eventuale aggregazione - l’attenzione per il momento è anzitutto concentrata sul primo. Perché, si ragiona, portarsi avanti con la Spa potrebbe aiutare nei passaggi successivi: una volta diventata società per azioni, Veneto potrà (tentare di) accelerare sulle trattative per un’eventuale m&a, operazione che consentirebbe di evitare sia l’aumento che la quotazione.

E qui si apre il capitolo matrimoni. Accantonato il flirt con la Popolare di Vicenza, attualmente impegnata in un percorso di risanamento ancora più pressante, la banca presieduta da Francesco Favotto - assistita da Rothschild in qualità di advisor - sembra aver individuato nel Banco Popolare il partner ideale. Senonché l’altra popolare con sede nella vicina Verona, formalmente tra le meno “toniche” nella corsa alla Spa, non avrebbe del tutto abbandonato l’ipotesi di un asse con Ubi (che da oggi ha mani più libere sulle operazioni straordinarie): per questo le diplomazie al lavoro al momento sarebbero tre, pur nella consapevolezza che le integrazioni multiple sono ancora più complesse dei matrimoni a due.

A febbraio, invece, dovrebbe essere la volta della Popolare di Vicenza. Da giugno, quando ha preso in mano il timone, l’ad Francesco Iorio ha ritenuto inverosimile ragionare - almeno per il momento - di aggregazioni: a Vicenza si puntano a risolvere prima i problemi interni, ed è così che a febbraio in città non si terrà - come inizialmente programmato - il convegno Assiom Forex ma al suo posto un’assemblea chiamata a deliberare la trasformazione in Spa quotata proprio in occasione del 150esimo compleanno. Una volta approdata a Piazza affari, per Popolare di Vicenza potrà essere più facile (ma anche meno necessario) trovare un partner.

Riforma alla mano, c’è tempo fino alla fine del 2016 per abbandonare la forma cooperativa. Il Banco Popolare, così come la Popolare dell’Emilia Romagna e le due valtellinesi hanno fatto intendere che le assemblee non si terranno prima dell’autunno 2016. Unica a chiudere prima sarà la Popolare di Milano, visto che la settimana scorsa i consigli hanno deliberato che la Spa arriverà entro la fine di giugno; peccato che con l’approvazione del bilancio 2015 scada il consiglio di Sorveglianza, quindi è probabile che sia la trasformazione che il rinnovo del CdS avvengano tra sei mesi, dunque all’assemblea di aprile (diversamente la Sorveglianza decadrebbe due mesi dopo essere stata eletta). Sull’agenda, già di per sé piena, potrebbe però intervenire anche un progetto aggregativo: Piazza Meda, che da tempi non sospetti ha fatto intendere di voler svolgere il ruolo di soggetto aggregante, è tra le popolari più attive nel gran bazar dell’m&a. Giusto un mese fa, nel corso di uno degli ultimi incontri con gli advisor, si sarebbero delineate almeno tre ipotesi - Bper, Carige e CreVal - a cui potrebbe tornare ad affiancarsi quella del Banco, che resterebbe assai gradita ai due ceo Giuseppe Castagna e Pierfrancesco Saviotti. Un dato è certo: se Bpm convolerà a nozze si scoprirà presto, visto che ancora commentando i conti della semestrale in estate, lo stesso Castagna aveva lasciato intendere che per poter presentare un’aggregazione ad aprile il nome del partner avrebbe dovuto essere svelato a novembre.

Cioè il mese prossimo, che non a caso è il mese in cui la Popolare di Milano - così come le altre banche italiane - conosceranno la richiesta definitiva della Bce in fatto di capitale, nell’ambito dello Srep avviato nei mesi scorsi: la variabile, per quanto tecnica, sarà fondamentale visto che determinerà la “dote” che ogni aspirante sposo potrà portare all’altare.

.@marcoferrando77

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