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Dossier Come scegliere lo strumento adatto

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Dossier | N. 29 articoliEtf facile

Come scegliere lo strumento adatto

Per orientarsi su un investimento in Etf, occorre prima di tutto considerare che sul mercato esistono varie tipologie di prodotto e capire quale risponde meglio alle proprie esigenze. Questi strumenti hanno l'obiettivo di replicare un certo indice (benchmark) attraverso una determinata strategia di investimento: a seconda della strategia, esiste una prima suddivisione tra strumenti a replica fisica (o cash based) e a replica sintetica (o swap based).

I primi ottengono la replica del sottostante investendo nei titoli che lo compongono, in due diversi modi: gli Etf a replica fisica completa, che comprano tutti i titoli dell'indice, in proporzione ai diversi pesi di ciascuno, in modo da avere un andamento allineato a quello dell'indice; e gli Etf a replica fisica a campionamento, invece, è previsto l'acquisto di un campione di titoli, selezionato in maniera da ricreare un portafoglio simile a quello del benchmark e da riprodurre le dinamiche che ne determinano l'andamento. Con la tecnica a replica completa il gestore deve compiere dei ribilanciamenti periodici per tener conto di nuovi ingressi o uscite dall'indice; nella tecnica a campionamento i costi di transazione sono inferiori ma c'è un maggiore rischio di tracking error, cioè di scostamento tra l'andamento del sottostante e andamento dell'Etf. In entrambi i casi, i titoli acquistati sono di proprietà dell'Etf, che quindi non è esposto ad alcun rischio di controparte.

Negli Etf a replica sintetica, invece, la performance dell'indice viene ottenuta tramite derivati (swap) con diverse controparti: l'investimento viene fatto in un paniere di titoli (paniere sostitutivo) e in contemporanea viene siglato un contratto di swap con una controparte che riconosce all'Etf la performance dell'indice da replicare, in contropartita del rendimento del paniere sostitutivo (replica sintetica unfunded) o in cambio del denaro delle sottoscrizioni (replica sintetica funded). Questa tecnica è spesso usata nel caso in cui il sottostante abbia un numero elevato di componenti - che quindi renderebbe oneroso il costo della replica completa e imporrebbe continui ribilanciamenti - o sia riferito a un mercato poco liquido. In questo caso, l'Etf è esposto al rischio di controparte, ma va considerato che il fondo non può investire più del 10% del proprio patrimonio in derivati con la stessa controparte.

La distinzione in base ai criteri di replica non esaurisce la differenziazione nel mondo degli Exchange traded fund, che negli ultimi tempi si è arricchito di nuovi prodotti. Oltre agli Etf tradizionali, che riproducono l'andamento del sottostante in maniera passiva, oggi si trovano sul mercato anche degli Etf a gestione attiva, che replicano un indice costruito ad hoc dal gestore. Tra i prodotti di ultima generazione spiccano anche gli Etf smart beta, che replicano gli indici con criteri di ponderazione diversi rispetto a quello tradizionale della capitalizzazione di mercato (per esempio in base ai dividendi, al livello di indebitamento, alla volatilità eccetera).

Un'altra categoria all'interno dell'universo Etf sono i prodotti a leva, che amplificano il movimento del benchmark, sia al rialzo sia al ribasso in base a un determinato rapporto, per esempio 1 a 2 o 1 a 3: vale a dire che un rialzo (o un ribasso) del benchmark dell'1% si traduce in una variazione dell'Etf del 2 o del 3%. Per questo motivo, sono considerati prodotti speculativi e possono essere molto rischiosi. Da ultimo, vanno menzionati anche gli Etf short, che tramite vendite allo scoperto e utilizzo di derivati mirano a riprodurre un risultato contrario a quello del sottostante.

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