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Dossier L'efficienza degli Etf è un «dato» di fatto

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Dossier | N. 29 articoliEtf facile

L'efficienza degli Etf è un «dato» di fatto

Nell'ultimo decennio gli Etf hanno aperto un mondo di nuove opportunità d'investimento che prima era precluso ai piccoli risparmiatori italiani. Ormai ce ne per tutti i gusti e consentono di puntare sui mercati più eterogenei a bassi costi e con la massima agilità operativa. Un mix di efficacia ed efficienza che induce sempre più investitori, grandi e piccoli, ad approcciare i mercati finanziari con questo strumento

Gli Etf non sono nient'altro che fondi comuni quotati che replicano passivamente e con la maggiore precisione possibile l'andamento di un mercato di riferimento. L'indicizzazione, ovvero il meccanismo di adeguamento automatico a un indice, consente di offrire a costi minimi lo stesso rendimento di un determinato portafoglio di attività (azioni, obbligazioni, materie prime, asset immobiliari e altre tipologie di asset class). Acquistando le quote di un fondo comune tradizionale, invece, viene data ampia delega al gestore di muoversi sul mercato con tutto ciò che può comportare. Il rendimento del fondo potrebbe quindi essere migliore o peggiore dell'indice di mercato a seconda delle scelte del gestore.

Rispetto ai fondi comuni tradizionali gli Etf sono anche scambiati in Borsa come le azioni e consentono in ogni momento della giornata di entrare e uscire dall'investimento al prezzo corrente di mercato. Proprietà questa che consente al prodotto di garantire maggiore trasparenza e flessibilità agli investitori e di offrire al tempo stesso, con un'unica transazione, la diversificazione tipica dei fondi comuni.

Ma tra i principali motivi che spingono i risparmiatori a negoziare gli Etf c'è quello di ridurre gli oneri del portafoglio. L'investimento in Etf prevede, infatti, il pagamento di costi decisamente inferiori rispetto alle commissioni applicate sui fondi comuni tradizionali di pari tipologia, pur considerando le commissioni applicate dalla propria banca per consentire la compravendita degli Etf in Borsa.

Nel segmento azionario, per esempio, il costo medio dei fondi comuni in Italia è del 2,49%, contro lo 0,89% degli Etf di pari categoria, considerati anche i costi impliciti degli spread di negoziazione. E il differenziale di costo incide sensibilmente sui rendimenti riconosciuti ai sottoscrittori (vedi grafico). Per esempio il possibile investimento, anche solo di mille euro, in un Etf o in fondo comune azionario nell'arco di un ventennio , ipotizzando un rendimento annuo del 4%, solo per effetto delle commissioni il capitale investito negli Etf in media raddoppia, mentre nel fondo cresce solo di un terzo. In termini assoluti su circa mille euro di guadagno c'è una differenza di ben 674 euro, che nell'Etf finisce nelle tasche dei risparmiatori mentre nei fondi viene trattenuta come commissione dai gestori che in genere la girano nella quasi totalità ai collocatori. Emergono, quindi, in tutta evidenza i benefici esponenziali che l'investitore nel lungo periodo può trarre da un investimento a basso costo. L'efficienza degli Etf è quindi un «dato» di fatto, che risiede nei 674 euro di risparmio.

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