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Si rafforzano i legami tra imprese cinesi e italiane

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Alla Farnesina

Si rafforzano i legami tra imprese cinesi e italiane

Anche un incontro tra imprenditori cinesi Doc e campioni dell'imprenditoria italiana può servire a rafforzare le relazioni e le sinergie tra i due Paesi. In quest'ottica - peraltro sottolineata dal ministro degli Esteri Paolo Gentiloni - si è svolto ieri alla Farnesina l'incontro tra gli imprenditori del China enterpreneurs club, in visita in Italia dopo la Germania, e il Gotha delle aziende e istituzioni italiane.

Daniel Kraus, vicedirettore di Confindustria con delega per l'internazionalizzazione ha sottolineato tutti i possibili elementi di sinergia tra imprese cinesi e italiane ma anche ricordando gli elementi che rallentano lo stesso processo, tra questi rientrano le barriere all'ingresso, la tutela delle indicazioni geografiche tipiche, la tutela della proprietà intellettuale. Tocca alla Cina di garantire tutto questo. «La Cina ha realizzato un vero e proprio miracolo economico - ha sottolineato Luca Paolazzi responsabile dell'Ufficio studi di Confindustria - realizzando cose che non si riesce facilmente a realizzare in uno spazio di tempo anche di decenni. L'export o le quote di manifatturiero conquistate, ad esempio, ne fanno davvero un caso unico».

Sicuramente il dinamismo cinese è qualcosa che continua a impressionare. Lo ha sottolineato Ma Weiha, presidente del Cec, il quale si è detto anche entusiasta dell'Italia e della capacità delle sue aziende, piccole e medie imrpese, soprattutto, di riuscire a innovare. «Siamo stati in mattinata dal premier Matteo Renzi - ha detto Ma e ci ha assicurati che aprirà agli investimenti stranieri, noi siamo molto attratti dal vostro Paese e vogliamo anche scambiare innovazione e migliorare la qualità dei nostri prodotti».
Che la Cina abbia fatto grandi progressi l'hanno ricordato due grandi amici della Cina come Cesare Romiti, presidente della Fondazione Italia Cina che ha ricordato come un tempo le aziende cinese fossero timorose di una Cina che voelva solo copiare e ora non più e Franco Bernabè, il quale ha sottolineato le realizzazioni fatte con la Cina nel campo delle telecomunicazioni e dell'energia.

Ma la guardia non va abbassata ha ricordato Xia Hua del gruppo Eve. Per l'imprenditrice che conosce bene il sistema produttivo italiano «non basta coinoscersi e collabroare, è necessario invece capire cosa vogliono i consumatori cinesi i quali cambiano costantemente gusti e chiedono sempre di più al mondo della moda o comunque dello stile». A Xia ovviamente piace molto e non ne fa mistero la tradizione e la manualità che stanno dietro alla storia di Santoni, altro relatore, Bruno Fantechi ha detto che tutto nacque nel 1929 a Bologna in un piccolo laboratorio argianale, adesso le sue scarpe e i suoi accessori sono esposti in decine di negozi anche in Cina. Destano ammirazione e invidia.
Insomma, i due mondi possono sicuramente collaborare come ha detto il ministro Gentiloni «sono gli spazi inesplorati a contare di più, in prospettiva». E come ha ribadito l'ambasciatore cinese a Roma Li Ruiyu, «nell'anno dei 45 dalle relazioni diplomatiche Italia-Cina si sta verificando il massimo degli scambi tra i due Paesi». Insomma, è un buon segnale.

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