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Dossier I diversi gradi di trasparenza

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Dossier | N. 29 articoliEtf facile

I diversi gradi di trasparenza

Uno dei principali vantaggi degli Etf riconosciuti dal mercato è la loro trasparenza: la loro natura di cloni permette agli investitori di capire facilmente quale sia il portafoglio titoli a cui sono esposti. Tuttavia, questo genere di prodotti possono avere diversi gradi di trasparenza, a seconda delle loro caratteristiche specifiche.

La misura della trasparenza del prodotto dipende innanzitutto dalle modalità di replica del sottostante. Gli Etf a replica fisica, per esempio, investono materialmente nei titoli che compongono il benchmark. Nei prodotti a replica fisica totale, l'investimento riguarda tutti i titoli dell'indice: in questo caso quindi la trasparenza è molto elevata. Ma esistono anche gli Etf a replica fisica “a campionamento”, in cui non si comprano tutti i titoli, ma «si utilizzano tecniche di gestione volte a cogliere l'essenza dell'indice o si fa un campionamento per avere una rappresentanza dei diversi tasselli (Paesi, settori, eccetera) che lo compongono; però c'è un acquisto effettivo dei titoli, ed è prassi diffusa comunicare la composizione degli investimenti, quindi resta è una modalità abbastanza trasparente», dice Raffaele Zenti, partner e cofondatore di AdviseOnly. Le cose cambiano un po' negli Etf a replica sintetica, in cui non vengono acquistati i titoli dell'indice, ma si punta a replicarne l'andamento con degli swap siglati con alcune controparti. «In questo caso, di fatto l'Etf compra la performance dell'indice», ma l'Etf investe in un paniere di titoli che invece possono anche non far parte dell'indice da replicare. Inoltre, «c'è una minore trasparenza sulle caratteristiche dello swap, e sulla misura del rischio di controparte, cioè l'esposizione al possibile default dei soggetti con cui l'emittente dell'Etf ha stipulato l'accordo, anche se di solito sono indicati titoli collaterali a garanzia e l'esposizione al rischio di controparte è mitigata da alcuni paletti (il limite di investimento entro il 10% del Nav con singola controparte, ndr), aggiunge Zenti. E sono meno trasparenti anche gli Etf a leva, dove la replica viene ottenuta con i derivati.

Se la regola generale è quella di una maggiore trasparenza degli Etf a replica fisica, c'è da sottolineare che nemmeno questi prodotti sono immuni da una certa erosione della trasparenza, in presenza di alcuni fattori o di alcune caratteristiche specifiche dello strumento. «Questo accade nel caso del prestito titoli: un Etf a replica fisica può cercare di comprimere i costi dando in prestito i titoli del portafoglio, solitamente a soggetti come gli hedge fund. Anche in questo caso c'è un rischio di controparte, perché se l'hedge fund fallisce l'Etf non vedrà più i titoli» dice Zenti. È vero che di solito vengono dati dei titoli a garanzia del prestito, «ma non è detto che questi titoli abbiano una qualità elevata», aggiunge l'esperto, sottolineando che comunque, dopo il crack di Lehman Brothers, è aumentata molto la prudenza su questo genere di pratica.

Anche al di fuori del caso del prestito titoli, esistono Etf a replica sintetica leggermente meno trasparenti di quelli classici, perché «seguono indici particolari o personalizzati. Per esempio, negli Etf attivi, in cui si comprano i titoli di un indice dietro il quale c'è comunque un minimo di attività gestoria. O in quelli a minima varianza (della categoria degli Etf smart beta), in cui periodicamente si ribilancia il portafoglio per minimizzare una certa metrica di rischio: prima della pubblicazione del ribilanciamento si può far fatica a capire cosa ci sia dentro. Ma questi sono tutti problemi che possono riguardare anche i fondi comuni: in generale l'Etf resta uno strumento molto trasparente», conclude Zenti.

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