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Dossier Con i trackers la trasparenza si può valutare su più fronti

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Dossier | N. 29 articoliEtf facile

Con i trackers la trasparenza si può valutare su più fronti

Maggiore economicità, diversificazione ma non solo. Trai fattori che hanno decretato il successo degli Exchange traded fund (Etf)c'è anche la trasparenza. Un elemento chiave nelle scelte d'investimento, soprattutto per il risparmiatore retail. Trasparenza che nel caso dei replicanti può essere declinata da diversi punti di vista, a partire dalla composizione del prodotto. Replicando fedelmente un indice di mercato, l'Etf permette agli investitori di sapere in modo esatto la struttura del portafoglio, quindi l'esposizione settoriale, geografica, ma anche i singoli titoli con il relativo peso.

Valore in tempo reale
«La trasparenza sul valore in ogni momento della giornata è un elemento cardine dell'Etf – conferma Silvia Bosoni, responsabile listing su EtfPlus di Borsa Italiana –. L'Exchange traded fund, anche detto tracker, replica un determinato indice di riferimento, di cui si conosce sempre la composizione, in quanto pubblica. Inoltre, l'investitore ha un'informativa sull'indice che nella maggior parte dei casi è in real time. Sempre nell'ottica di una maggiore trasparenza, una cosa che richiediamo come Borsa Italiana è l'iNav, ovvero il Net asset value indicativo, anch'esso in real time. E per gli Etf attivi, oltre all'iNav, chiediamo anche la pubblicazione del portafoglio del giorno prima. In questo modo l'investitore potrà conoscere giornalmente eventuali variazioni dell'asset allocation».

Kiid con le informazioni
Sul sito di Borsa Italiana (www.borsaitaliana.it), poi, per ogni tracker quotato sull'EtfPlus sono disponibili diversi documenti in libera consultazione. C'è il prospetto, il Kiid (Key investorinformation document), che per direttiva deve essere tradotto in italiano, e il documento sulla quotazione, «che, sempre in italiano e approvato da Consob, è proprio dedicato all'investitore retail – sottolinea Bosoni – e riassume parte del prospetto con informazioni più dettagliate sui rischi dello strumento, sulle modalità di negoziazione e sul regime fiscale».
Replicando fedelmente l'indice di riferimento, poi, si avrà pieno trasparenza anche sulla performance dell'Etf, che sarà uguale a quella del benchmark ma al netto delle commissioni di gestione. Per alcuni tracker, però, va considerato che se la valuta di riferimento dell'indice è diversa da quella di negoziazione, che è sempre l'euro, allora il rendimento dell'Etf potrà divergere da quello del benchmark per effetto della svalutazione o rivalutazione della valuta dell'indice rispetto all'euro.
«L'Etf è molto trasparente anche perché ti permette di acquistare e vendere a un prezzo conosciuto», fa notare Emanuele Bellingeri, responsabile per l'Italia di iShares (gruppo BalckRock). Unprezzo, quello di mercato, che è costantemente allineato al Nav.Grazie a un particolare meccanismo di funzionamento sul mercato primario det to creation/redemption in kind, che permette ai partecipanti autorizzati di creare e rimborsare le quote scambiando gli Etf con tutti i titoli componenti l'indice di riferimento, il prezzo di Borsa è costantemente allineato al Nav dei tracker. Così, il rischio di acquistare un Etf a premio o di venderlo a sconto è ridotto.

Costi sotto controllo
E ancora, «il concetto di trasparenza è legato a stretto filo anche a quello dei costi – continua Bellingeri –. Il risparmiatore che compra un replicante, infatti, sa esattamente quanto sta spendendo». Nello specifico ci sono tre tipologie di spese. La prima, palesata anche nel Kiid, è il Ter (Total expense ratio), relativo alle commissioni di gestione. «Poi ci sono altre due voci di costo – aggiunge l'esperto di iShares –. Quella di negoziazione, che dipende dall'intermediario e che quindi è conosciuta a priori, e poi c'è il costo di accesso al mercato, dato dallo spread bid-ask(è il differenziale tra il prezzo di acquisto e il prezzo di vendita- vedi grafico- , ndr), che è tanto inferiore quanto più l'indice è liquido e utilizzato». Anche questo differenziale può essere conosciuto a priori consultando il sito di Borsa Italiana, che su base mensile elabora un report relativo agli spread rilevati sul mercato EtfPlus per tutti gli Etf in quotazione, raggruppandone i dati per asset class omogenee (a settembre la media di mercato è stata dello 0,176%). «In mercati di nicchia, però, lo spread può aumentare, o comunque in alcuni momenti può essere superiore alla media di giornata per ragioni di operatività del market maker – conclude Bellingeri –. Quindi, il consiglio che posso dare è di non inserire mai ordini al meglio e utilizzare sempre i limiti di prezzo, come si fa con le azioni».

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