Finanza & Mercati

Fai un mutuo? La banca ti paga. Ecco come in Danimarca i tassi…

  • Abbonati
  • Accedi
LA BOMBA DEL MATTONE

Fai un mutuo? La banca ti paga. Ecco come in Danimarca i tassi sottozero hanno gonfiato la bolla del secolo

Nel luglio del 2012, per la prima volta in circa 200 anni, la banca centrale danese (DNB) ha portato i tassi di interesse in negativo. Da allora le banche che depositano fondi presso la DNB non solo non ricevono più alcuna remunerazione, ma vengono costrette a pagare per il “parcheggio”. Intanto i tassi sono scesi ancora più sottozero. In evidente difficoltà per cercare di difendere il cambio quasi fisso con l’euro, tra gennaio e febbraio di quest’anno la DNB è stata costretta a tagliare il tasso di riferimento ben quattro volte in due settimane, portandolo a -0,75%. Uno -0,75% condiviso ora con la Norvegia (che ha abbassato i tassi a settembre, per far fronte al calo del petrolio) e Svizzera (che li ha inseriti in un “corridoio” tra -0,25% e -1,25%).

La Bce ha già tassi leggermente negativi (-0,2%), la stessa Fed americana per ammissione della Yellen ha esaminato la possibilità di adottarli. Ma cosa comporta, in concreto, essere nel mondo della finanza sottozero? I tre anni di esperienza danese forniscono interessanti indizi al riguardo.

Avere tassi negativi significa per esempio che, quando vai a chiedere un mutuo, è la banca - e non tu mutuatario - a pagare gli interessi. Wow, bello, almeno in un primo momento. Ma prima o poi arriva la resa dei conti. Sì, perché i tassi negativi hanno gonfiato una bolla immobiliare che fa impallidire persino quella cinese: in appena tre anni i prezzi del mattone a Copenaghen sono aumentati tra il 40%e il 60%, stima Blooomberg, poiché la politica ultraespansiva della DNB ha generato inflazione finanziaria. Il delirio della corsa al mattone è iniziato quando la Danimarca aveva appena finito di leccarsi le ferite per l’esplosione della bolla precedente, quella del 2008, un piccolo disastro stile mutui subrime Usa quanto a lacrime e sangue.

«Ci sono segnali molto pericolosi», spiega oggi Joachim Borg Kristensen, economista esperto di real estate a Nykreditthe, perché se i prezzi degli appartamenti dovessero continuare a galoppare a questo ritmo «potrebbero raggiungere un livello insostenibile in un periodo relativamente breve».

Ma non è tutto. Con Draghi che si prepara a varare nuove misure espansive per scongiurare il rischio deflazione (e per indebolire l’euro), la DNB potrebbe portare i tassi in territorio ancora più negativo, per difendere il cambio della corona danese. Tutto questo mentre PFA, il maggior fondo pensione privato danese, ha appena annunciato che investirà 4 miliardi di corone (536 milioni di euro) nel mercato immobiliare nazionale.

A cosa porteranno tassi ulteriormente negativi combinati a massicci investimenti dei fondi pensione nel mattone? A una probabile accelerazione dei prezzi delle case, con aspettative esagerate di ulteriori aumenti delle quotazioni da parte di chi acquista. Una corsa sfrenata che prima o poi troverà un bel muro di cemento a fermarla. Ricordate la maxi bolla immobiliare gonfiata nei Paesi mediterranei (Spagna, ma anche Italia) dall’adozione dell’euro? Tutti sanno bene come è andata a finire. In Danimarca rischia di finire pure peggio.

© Riproduzione riservata