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Assicurazioni, la ripresa è nei rami danni

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XVII° Annual Assicurazioni

Assicurazioni, la ripresa è nei rami danni

Il settore Rc Auto è a fine ciclo ma i rami danni hanno ancora grandi potenzialità di crescita: l’Italia ha tassi di sottoassicurazione da paese emergente nei prodotti casa, rc generale, malattia, invalidità, previdenza. «È evidente che il nostro Paese ha strutturalmente una storia di sottoassicurazione, dovuta a una presenza abbondante dello stato nella spesa pubblica», ha sottolineato ieri Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol e di UnipolSai, al XVII° Annal Assicurazioni del Sole 24 Ore. Il paradosso del Paese è evidente nelle catastrofi naturali: «Gli italiani hanno oltre il 50% del proprio patrimonio in proprietà immobiliari - ha spiegato Philippe Donnet, amministratore delegato di Generali Italia - ma solo il 25% dei proprietari protegge la propria casa con una polizza, contro il 99% dei cittadini francesi» e questo malgrado «l’80% del territorio italiano sia a rischio calamità naturali». «È necessario abbandonare il tradizionale approccio di intervento ex-post, per cui ci si limita a reagire a un’emergenza e ad adottare invece un atteggiamento proattivo ex-ante - ha detto Donnet -, considerando le catastrofi come eventi inevitabili ma prevedibili e quindi meglio gestibili quando questi accadono». «Il lavoro congiunto di Stato e assicurazioni - ha spiegato Donnet - può essere una buona soluzione, per esempio, guardando all’esperienza francese, dove la coabitazione di pubblico e privato in un sistema di riassicurazione statale sta funzionando».

L’anomalia italiana, insostenibile per le casse dello stato che ogni anno spende in risarcimenti oltre tre miliardi di euro, va risolta anche per ragioni di equità sociale, ha spiegato Cimbri: «Oggi, i risarcimenti ricadono sulla fiscalità generale, su tutti i contribuenti, introdurre un sistema che obblighi i proprietari ad assicurare le case, farebbe pagare questi costi ai proprietari e darebbe un contributo di prevenzione». Un settore, quello delle polizze sulla casa, su cui sta puntando anche il nuovo leader italiano del settore vita, la Divisione Insurance del gruppo Intesa Sanpaolo, guidata da Nicola Maria Fioravanti, che ha registrato al 30 giugno 14 miliardi di premi e 120 miliardi di riserve tecniche: «La compagnia punta a una maggiore diversificazione nei rami danni». Tanto che, dopo l’auto, nei mesi scorsi ha lanciato le protezioni per la casa e, ha annunciato ieri Fioravanti, «nel primo trimestre del 2016 entrerà anche nel settore salute».

Il rafforzamento nel comparto, per andare incontro a una domanda assicurativa in crescita, che spesso non si trasforma in acquisto di polizze, è uno dei punti della strategia del gruppo Banca Mediolanum: l’istituto sta sperimentando una nuova rete di consulenti esperti in assicurazioni - ha spiegato l’amministratore delegato Massimo Doris - creata «per affiancare i family banker nella consulenza sulle polizze a protezione del “capitale umano”». Ossia coperture modulari per proteggere le famiglie da rischio morte, invalidità permanente o non auto-sufficienza.

Una strategia nel danni, nelle polizze salute, casa e rc generali - praticamente trasversale al settore - che richiede una forte consulenza delle reti tradizionali. «In Generali gli agenti costituiscono l’elemento centrale nella strategia distributiva e il loro ruolo deve andare sempre più verso la direzione della consulenza», ha commentato Donnet.

La nuova figura dell’agente, sempre più specializzato, sempre più “tecnologico”, è stato solo uno dei tanti temi toccati durante il XVII° Annal Assicurazioni, che ha avuto ieri come focus anche l’imminente partenza di Solvency II. Questione chiave quella del nuovo sistema di vigilanza sul settore, su cui si sono confrontati molti dei manager e relatori presenti, da Andrea Battista, amministratore delegato Eurovita Assicurazioni, a Dario Focarelli, direttore generale Ania, da Bruno Giuffrè, managing partner Dla Piper a Yuri Narozniak, vice direttore generale Groupama. Tutti hanno convenuto sul fatto che il 1° gennaio, data di partenza di Solvency II, sarà solo una tappa: la normativa è di fatto ancora un cantiere aperto con 30 diversi regolamenti attuativi ancora da scrivere e future revisioni già programmate a partire dal 2017. Di Solvency II ha parlato anche Francesco Cuzzucrea, associate partner PwC, sottolineando i ruoli della nuova funzione attuariale.

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