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Deutsche Bank: perdita record a 6 miliardi. Maxi piano di tagli

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TRIMESTRALI

Deutsche Bank: perdita record a 6 miliardi. Maxi piano di tagli

Un rosso da 6,01 miliardi nel terzo trimestre sta penalizzando il titolo Deutsche Bank sulla piazza di Francoforte, dove cede il 3,50% circa. A far scattare le vendite anche l’annuncio della sospensione del dividendo per gli anni 2015 e 2016 e oneri di ristrutturazione per 3,8 miliardi di euro. D’altra parte si tratta di una perdita netta record per l’istituto tedesco, causata da importanti svalutazioni e nuove previsioni di rischi giuridici. Basti pensare che nello stesso periodo dell’anno precedente il gruppo aveva perso “solo” 94 milioni di euro.

In realtà non è stata una doccia fredda per il mercato, perché il management aveva già annunciato la cifra provvisoria a metà ottobre. La banca tedesca ora corre ai ripari e vara un piano di riassetto con drastici interventi: sopprimerà novemila posti di lavoro e ritirerà la propria presenza in dieci paesi. L’obiettivo è quello di arrivare a risparmiare 3,8 miliardi entro il 2018.

Deutsche Bank sopprimerà 15mila posti di lavoro, di cui 9mila a tempo indeterminato, e ritirerà la propria presenza in dieci paesi. L’obiettivo è quello di arrivare a risparmiare 3,8 miliardi entro il 2018. Il gruppo bancario tedesco ha comunicato che uscirà da Argentina, Cile, Messico, Perù, Uruguay, Danimarca, Finlandia, Norvegia, Malta, Nuova Zelanda. In Europa, la banca rafforzerà la sua presenza puntando su sinergie tra Private Banking e Wealth Management. È prevista una riduzione di 200 filiali in Germania. L’Italia, in questo quadro, rimane un mercato chiave per Deutsche Bank e qualsiasi rumor di un presunto ritiro è totalmente infondato. Il piano al 2020, in realtà, è ben più drastico e prevede un taglio del numero dei clienti serviti dalla divisione investment banking del 50%.

Il processo di ridimensionamento di Deutsche Bank, inoltre, comprende anche 19mila esuberi di Postbank, conseguenza della cessione delle poste tedesche annunciata da DB. Nel periodo che va dal 2015 al 2018, le unità di lavoro passano da 103 mila in totale a 77 mila, cioé 26 mila unità di differenza che risultano da ottomila assunzioni in due tranche e, di contro, 34mila tagli. Queste cifre, appunto, includono anche i 19mila posti di Postbank. Mentre la riduzione netta dei posti “bancari” è pari alle 9mila unità, già annunciate.

I due anni a venire non saranno semplici, anzi. Il nuovo amministratore delegato di Deutsche Bank, John Cyran, prevede infatti un biennio complesso per la banca. «Non penso che il 2016 e il 2017 saranno anni forti» ha dichiarato Cyran, aggiungendo poi: «Non abbiamo problemi di strategia. Sappiamo esattamente cosa fare e dove andare, ma abbiamo avuto grossi problemi ad implementare i nostri obiettivi». Il co-ceo dell’istituto, Juergen Fitschen ammette che la banca non ha fatto abbastanza per riformarsi: «I cambiamenti culturali vanno riempiti di contenuti. Questo è solo l'inizio». Cyran non nasconde la necessitàpoi di legare maggiormente le retribuzioni degli addetti ai profitti piuttosto che alle entrate. Riguardo al pagamento di bonus, Cyran rimanda ogni decisione al consiglio di supervisione.

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