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Dossier Online l'Etf si può pagare solo 2,5 euro

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Dossier | N. 29 articoliEtf facile

Online l'Etf si può pagare solo 2,5 euro

La liquidità, intesa come spread bid-ask, è uno dei tanti elementi da prendere in considerazione negli investimenti, per qualsiasi strumento finanziario, che sia un Etf o anche un'azione. Più alti sono i volumi su un titolo, più alto è l'interesse dei risparmiatori e più è facile vendere o comprare. Se il titolo ha scarso appeal, invece, la liquidabilità si riduce. Di conseguenza, se si ha necessità di vendere, diventa più difficile chiudere una posizione al prezzo desiderato e bisogna cedere alle esigenze del book, con un potenziale aumento dei costi. Tant'è che lo spread bid-ask è una delle componenti variabili del costo complessivo di un Etf. E tra le altre componenti variabili ci sono anche le spese di intermediazione, ovvero le commissioni che si pagano per acquistare e vendere un Etf in Borsa.

Se l'ordine viene effettuato allo sportello fisico, mediamente si paga una commissione dello 0,7 per cento. Sulle piattaforma di trading online, invece, le spese si riducono sensibilmente e si aggirano in media intorno allo 0,19% a operazione. Per fare un esempio pratico, quindi, un investimento di 10mila euro richiederebbe spese allo sportello fisico di 70 euro e di appena 19 euro via Internet. Alcune piattaforme di trading, poi, prevedono una tetto massimo ai costi di intermediazione e una commissione che decresce all'aumentare dell'operatività. Come FinecoBank, che permette ai nuovi clienti di entrare nella fascia di commissioni di negoziazione agevolate da 9,95 euro, mantenibile generando almeno 100 euro di commissioni nel mese. Man mano che cresce l'operatività e il volume intermediato, i costi di trading si riducono fino a un minimo di 2,95 euro. Nello specifico, se si generano nel mese commissioni di trading comprese tra 0 e 100 euro, oppure nel caso in cui gli asset totali siano inferiori a 500mila euro, si paga una commissione fissa a operazione di 19 euro; se invece si generano nel mese commissioni di trading superiori a 2.500 euro, oppure nel caso in cui gli asset totali siano superiori a 2 milioni euro, allora il costo fisso a transazione si riduce al minimo di 2,95 euro. In questo modo più aumenta il controvalore dell'operazione e meno commissioni si pagano.

A chi apre un conto Iw Conto Trading entro la fine dell'anno, invece, Iw Bank (gruppo Ubi) propone sei fasce di commissioni che si adattano al tipo di operatività, partendo dalla sesta fascia, la più economica, che prevede una commissione fissa sugli Etf di 2,5 euro a operazione nel primo mese di operatività dall'attivazione del servizio. Questa fascia del piano di commissioni adattive prevede che si generino costi di trading mensili superiori a 7mila euro. Dopo 30 giorni dall'attivazione, quindi, se il cliente avrà generato commissioni inferiori a 7 mila passerà al livello commissionale precedente e meno vantaggioso, che prevede costi fissi di intermediazione pari a 3 euro. La fascia più alta di prezzo, con commissioni di tranding inferiori a 500 euro al mese, prevede costi di negoziazione pari a 12,5 euro.

Sulla piattaforma base di Banca Sella, SellaXtrading, invece, si può scegliere tra due profili: quello percentuale, con una commissione dello 0,17% (minimo 2 euro, massimo 19,95 euro), o quello fisso, con un costo di 8 euro a operazione. Anche l'istituto di Biella prevede una commissione che decresce all'aumentare delle costi di negoziazione; per spese mensili superiori a 750 euro il profilo percentuale scende allo 0,13% e quello fisso a 7 euro, mentre per costi mensili superiori a 1.000 euro le commissioni si riducono rispettivamente allo 0,10% e a 5 euro.
Nella scelta delle piattaforma su cui operare, poi, bisogna prendere in considerazione anche l'eventuale canone mensile, che generalmente viene richiesto solo per i “desk” più evoluti (non quelli base), comprensivi di una serie di servizi aggiuntivi.

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