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Tassi nominali e tassi reali: la replica dell'Abi

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Tassi nominali e tassi reali: la replica dell'Abi

Caro Direttore,
nell'articolo pubblicato il 31 ottobre sul suo sito viene confermato che i tassi di interesse sui finanziamenti bancari stanno toccando livelli storicamente bassi: sia i tassi sui mutui, sia i tassi praticati alle imprese e sia sulle altre forme di finanziamento in genere. L'articolo poi segnala che, se è vero che i tassi di interesse nominali sono ai livelli minimi (cioè i tassi che poi determinano quanto effettivamente il finanziato deve pagare a fronte del prestito ricevuto), invece i tassi di interesse al netto dell'inflazione (i tassi di interesse in termini reali) sono pìù alti rispetto a quelli sperimentati nel biennio 2011-2012, quando l'inflazione era più alta ed eravamo, come Italia, in una situazione particolarmente difficile.

Il tema dal punto di vista economico generale è sicuramente di rilievo. L'andamento dei tassi di interesse in termini reali è uno degli indicatori considerati dalle autorità monetarie e di politica economica per valutare le condizioni dei mercati di monetari, e determina la scelta se e come intervenire per dare maggiore o minore liquidità ai mercati stessi. Tuttavia, dal punto di vista del singolo finanziato, che ripaga il prestito ottenuto sulla base del tasso di interesse nominale, quello in termini reali può essere un ulteriore fattore da considerare, ad esempio per contribuire a capire se scegliere tra un tasso fisso o un tasso variabile e, quindi, utilizzarlo come indice per l'evoluzione futura dei tassi di interesse nominali.

Sarebbe un po' come quando andiamo dal panettiere e scegliere se comprare o meno il pane non già su quanto effettivamente paghiamo ma se il prezzo del pane al netto dell'inflazione è più o meno alto. Senza considerare che poi anche il nostro reddito dovrebbe essere valutato al netto dell'inflazione.

Comunque è sicuro che la diminuzione dei tassi di interesse sta determinando sia una riduzione del costo del finanziamento contratto negli anni scorsi a tasso variabile dalle famiglie e dalle imprese sia nuove opportunità per chi sta richiedendo nuovi finanziamenti. Ne sono testimonianza l'andamento dei nuovi mutui (+92%) nei primi nove mesi del 2015 rispetto al corrispondente periodo del 2014 e il +16%, nello stesso periodo, per i finanziamenti alle nuove imprese.

Ringraziamo dell'attenzione

Gianfranco Torriero
Vice direttore generale ABI


Ringraziamo l'Abi per le precisazioni che tuttavia non mettono in discussione la tesi sostenuta nell'articolo e cioè che sia nell'ottica di un investimento che di un debito, non sono i tassi nominali ma i tassi reali, depurati cioè dell'effetto dell'inflazione a incidere sulla scelta di investimento o indebitamento. Un aspirante mutuatario evoluto non può non tenerne conto. L'inflazione abbatte il costo reale del debito e riduce il guadagno reale di un investimento attivo. Questa è una basilare legge dell'economia. (V. L.)

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