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Dossier In alcuni casi può scambiare meglio del sottostante

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Dossier | N. 29 articoliEtf facile

In alcuni casi può scambiare meglio del sottostante

  • –di Gabriele Petrucciani

Sono arrivati come semplici comparse. Negli anni gli Exchange traded fund (Etf) sono riusciti a occupare una poltrona in prima fila nei portafogli degli investitori, istituzionali e non. Gli elementi che ne hanno determinato il successo? L’economicità, la diversificazione, la trasparenza e ultimo, ma non meno importante, la liquidità. Quest’ultimo, in particolare è un elemento essenziale degli investimenti. Spesso non viene preso in considerazione, anche perché non tutti sanno cos’è e non tutti ne hanno compreso la valenza. I mercati troppo spesso, soprattutto negli ultimi anni, subiscono eventi imprevedibili. Eventi che fanno aumentare la volatilità e che possono impattare sui livelli di liquidità dei titoli, Etf compresi, nonostante l’attività dei market maker. In queste situazioni diventa più difficile scambiare un “replicante” sul mercato. In mercati poco liquidi, infatti, il differenziale tra prezzo in acquisto e prezzo in vendita, il cosiddetto spread bid-ask, tende ad allargarsi, rendendo quindi più complicato chiudere un’operazione al prezzo desiderato. Viceversa, più il mercato è liquido e più è facile operare in breve tempo e ai livelli di prezzo desiderati.

L'efficienza negli Etf

Rispetto ai titoli, ma anche ai fondi comuni, «l'Etf è lo strumento che risulta più efficiente in termini di liquidità, per due ragioni – spiega Emanuele Bellingeri, responsabile per l'Italia di iShares (gruppo BalckRock) –. La prima è l’effetto diversificazione. Replicando un indice, quindi un paniere di titoli, un tracker riesce ad affrontare meglio rispetto a un singolo titolo i momenti di difficoltà dei mercati». Un esempio in tal senso ci arriva dal record mondiale di raccolta fatto segnare dagli Etf nel 2008. «In piena crisi, all’indomani del fallimento di Lehman Brothers, gli istituzionali si sono spostati verso il mondo dei replicanti, proprio per la liquidità più efficiente». Ma per avere una prova concreta di questo assunto non è necessario ripercorrere casi così estremi. «Basta guardare cosa è successo giovedì 22 ottobre in occasione del discorso di Mario Draghi post meeting Bce – continua Bellingeri –. Gli Etf su attività più rischiose, come azioni e high yield, sono stati inondati da flussi molto elevati. Questo a testimonianza che, per la loro facilità di acquisto e vendita, i replicanti sono un valido strumento anche per un riposizionamento tattico di breve periodo».

Il secondo elemento che gioca a favore degli Etf è che sono in grado di rendere liquidi anche mercati che in realtà non lo sono. «Abbiamo sempre detto che la liquidità dei tracker è pari a quella del sottostante – sottolinea l’esperto di iShares –. Con il passare del tempo e l’aumentare delle masse, però, l’Etf è diventato più efficiente. Un risparmiatore che vuole comprare il Dax, per esempio, oggi è più facile che lo faccia attraverso un replicante, piuttosto che andando a comprare i singoli titoli che compongono l’indice. Questo rende il tracker più facile da comprare o vendere. Lo stesso effetto si ottiene su panieri molto meno liquidi del Dax, come corporate, high yield e bond emergenti».

Misurare la liquidità

Ma come si misura la liquidità di un Etf? «Basta andare sul book di negoziazione e, prima di acquistare, dare un’occhiata ai prezzi bid e ask, ovvero denaro e lettera (i prezzi bid indicano le proposte in acquisto, mentre i prezzi ask le proposte di vendita, ndr) – aggiunge Bellingeri –. Facendo una differenza tra i due valori si ha un'indicazione del fair value dell’Etf. In questo modo è possibile sapere a quanto si sta comprando o vendendo. Se lo spread è troppo caro, e se non si hanno esigenze di investimento nel breve, si può anche aspettare che il livello di volatilità scenda».

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