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Generali: utile netto nei primi 9 mesi a quota 1,7 miliardi (+8,7%)

Utili in aumento, combined ratio in miglioramento e una solidità patrimoniale garantita da un economic Solvency pro forma internal model al 196% e di Solvency I al 166%. Sono questi gli elementi chiave dei primi nove mesi del gruppo Generali che ha rallentato il passo solo nel terzo trimestre (poco più di 1 miliardo di risultato operativo contro 1,17 miliardi del 2014 e 420 milioni di profitti dai 513 milioni dei tre mesi del passato esercizio), evento in parte tipico della dinamica di business della società. Tuttavia, se si fotografa l'andamento tra luglio e settembre degli ultimi sei anni emerge che rispetto al dato medio i risultati di questo esercizio sono stati comunque superiori del 20%. «La minore performance - ha spiegato il group ceo Alberto Minali - è dovuta a un diverso livello dei realizzi e a una maggiore allocazione agli impairment tenuto conto della volatilità dei mercato finanziari dei tre mesi». In questo contesto, però, la «qualità della produzione vita è migliorata» tanto che il business margin è salito al 26% dal 25% del trimestre precedente e questo «si rifletterà negli utili futuri».

In virtù di tutto questo il cfo di gruppo, Alberto Minali, parlando con i giornalisti, ha assicurato che la società potrà essere più generosa con i propri azionisti e ha confermato la politica di dividendo che prevede la distribuzione di 5 miliardi di euro in quattro anni. Politica che, come ha precisato il manager, tiene conto non dei profitti ma della cassa che verrà generata e in ragione di ciò «la buona qualità della produzione» assicurerà flussi di denari significativi.
Nei nove mesi, peraltro, la compagnia è riuscita anche a incrementare sensibilmente l'operating Roe che ha raggiunto quota 13,9%, ben oltre il target del 13%.‎ Tutti segnali che, come dichiarato da Minali, spingono la società ad essere fiduciosa «di poter terminare il 2015 con un utile netto significativamente superiore al 2014, anche per effetto del buon contributo che ci si attende dall'ultimo trimestre dell'anno». In quest'ottica la compagnia - è scritto nella nota a commento dei risultati - «nel proseguio dell'anno continuerà a perseguire tutte le azioni volte al miglioramento del risultato operativo complessivo».
Quanto al Solvency II, leggermente inferiore alle indicazioni diffuse la scorsa estate del 200%, il cfo ha voluto sottolineare che la variazione di pochi punti percentuali è ininfluente ciò che conta è la solidità generale attestata dal dato che mette il gruppo in una posizione di assoluta tranquillità e pronto per perseguire tutti gli obiettivi di piano che, come ribadito da Minali, non contemplano la crescita per linee esterne.

Passando ai numeri, Generali ha messo a segno nei primi nove mesi del 2015 un utile metto di 1,7 miliardi di euro, in progresso dell'8,7%, per effetto «delle positive performance operative e non operative e superiore al livello di fine 2014». La raccolta premi è salita del 5,1% a 54 miliardi, sulla spinta del segmento vita (+7% a 38,4 miliardi) e grazie alla ripresa del danni (+0,8% a 15,7 miliardi). Il risultato operativo ha registrato una crescita del 4,7% a 3,8 miliardi, con un apporto di 2,3 miliardi (+3,9%) dal vita e di 1,6 miliardi dal danni (+4,8%). Il Combined Ratio e migliorato di 0,8 punti al 92,7% nonostante i maggiori sinistri catastrofali del periodo.

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