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L’acciaio cinese sotto costo fa soffrire anche il gigante ArcelorMittal

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L’acciaio cinese sotto costo fa soffrire anche il gigante ArcelorMittal

Anche un gigante come ArcelorMittal, il maggior gruppo siderurgico al mondo, sta accusando il colpo di fronte alla devastante invasione di acciaio sotto costo in arrivo dalla Cina. Un problema che sta diventando insostenibile, tanto da aver spinto la presidenza dell’Unione Europea (guarda caso in mano al Lussemburgo, dove ha sede legale Arcelor) a convocare per lunedì una riunione straordinaria dei ministri europei dell’Industria.

È stata l’agenzia italiana Ansa ad anticipare la notizia da Bruxelles, poche ora dopo che ArcelorMittal aveva ridotto le previsioni sugli utili operativi e decretato la sospensione dei dividendi, in reazione alle condizioni sempre più difficili del mercato siderurgico.

«Negli ultimi mesi - ha denunciato Lakshmi Mittal, il magnate indiano maggiore azionista e ceo del gruppo - le condizioni operative, che erano già sfidanti, hanno continuato a deteriorarsi. Questo dipende in gran parte dall’ulteriore discesa dei prezzi dell’acciaio, che a sua volta è provocata dai prezzi eccezionalmente bassi delle esportazioni cinesi».

A livello globale, i prezzi dei prodotti siderurgici sono scesi ai minimi da 11 anni e le associazioni di settore di mezzo mondo stanno invocando una maggiore severità nelle azioni anti-dumping contro la Cina (si veda Il Sole 24 Ore del 1° ottobre). Mittal si è unito al coro, chiedendo ai Governi di reagire «più rapidamente, per essere pienamente efficaci».

Quella che ArcelorMittal e gli altri produttori siderurgici stanno affrontando, ha aggiunto il direttore finanziario Aditya Mittal, «non è una crisi economica, non è una crisi di volumi, ma una crisi legata alle importazioni». Nei principali mercati di Arcelor, l’Europa e l’area Nafta (Usa, Canada e Messico) la domanda di acciaio sta ancora crescendo. Ma i prezzi sono scesi in modo eccessivo e i clienti stanno rinviando gli acquisti sull’attesa di ulteriori ribassi.

ArcelorMittal nel 3° trimestre ha accusato una perdita netta di 711 milioni di $, legata in gran parte alla svalutazione del magazzino, e il fatturato è calato del 22% a 15,6 miliardi. Il risultato operativo si è ridotto di quasi un terzo nel trimestre (a 1,33 miliardi) e la società ha tagliato la guidance per l’intero esercizio da 6-7 a 5,2-5,4 miliardi. Per il 2016 rimane comunque ottimista: grazie a tagli degli investimenti e altri risparmi (compreso il pagamento delle cedole)  l’Ebitda dovrebbe migliorare di un miliardo.

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