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Dossier Le banche aprono le porte, piace un sottostante liquido

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Dossier | N. 29 articoliEtf facile

Le banche aprono le porte, piace un sottostante liquido

«Più che flessibilità, è la parola versatilità che rende meglio il concetto». Emanuele Bellingeri, responsabile iShares per l'Italia, sintetizza un altro grande vantaggio dei cosiddetti tracker. «L'Etf è uno strumento che va bene per tutte le stagioni – continua –si adatta a qualsiasi esigenza di investimento, che sia di breve o di medio-lungo periodo. È un prodotto che può essere usato all'interno della parte core del portafoglio o come satellite; si adatta a strategie semplici, ma anche a quelle complesse. Sono tante le situazioni per cui il tracker può risultare flessibile, o meglio, versatile».

Flessibilità
La flessibilità dell'Etf, inoltre, si può riscontrare anche nella facilità e tempestività di rimodulazione del portafoglio al variare delle condizioni di mercato o al variare delle esigenze di investimento. È un prodotto quotato, scambiato in Borsa al pari di un'azione. Quindi, una volta venduto si ha subito a disposizione la liquidità da reinvestire. «E l'efficienza in termini di liquidabilità è un altro elemento che gioca a favore della flessibilità dello strumento», fa notare Giovanni Daprà, amministratore delegato di MoneyFarm. «Con l'Etf, le movimentazioni di portafoglio sono tempestive – sottolinea Bellingeri –. E lo vediamo quando succede qualcosa sui mercati, con i volumi che esplodono letteralmente, soprattutto per opera degli istituzionali. In attesa che venga comunicato un dato, per fare un esempio, gli investitori professionisti si preparano a posizionarsi in relazione ai diversi scenari e poi, in base all'output, mandano velocemente l'ordine sugli Etf per prendere posizione». A testimonianza di come il replicante si adatti, per la sua flessibilità, a investimenti tattici di breve periodo, anche giornalieri. «La flessibilità dell'Etf in chiave operativa non è in discussione – aggiunge ancora Daprà –. Quasi tutte le banche in Italia supportano una modalità di acquisto-vendita semplicissima. Si va online, sulla piattaforma dedicata al trading, e il tracker viene scambiato come un'azione. C'è un'estrema semplicità di esecuzione degli ordini. E poi con l'Etf si può davvero investire in qualsiasi cosa, dalle valute alle commodity, dai mercati emergenti alle obbligazioni high yield».

La carta della trasparenza
La flessibilità, insieme ad altri elementi come la maggiore economicità, la trasparenza e la facilità di accesso allo strumento, hanno contribuito negli anni al successo dei tracker, sempre più apprezzati dagli investitori retail. Tant'è che anche gli istituti di credito hanno cominciato a spalancare le porte ai replicanti, stringendo accordi e confezionando prodotti di risparmio gestito e assicurativi che usano come sottostante proprio gli Etf. «È un trend molto evidente – continua Bellingeri –. Non mi sarei mai aspettato un'apertura di questa portata. E invece sempre più banche stanno lanciando soluzioni d'investimento basate sui replicanti; soluzioni innovative per competere anche con le reti di promotori finanziari. Quest'anno come iShares abbiamo raggiunto accordi con CheBanca!, UniCredit, Bnl-Bnp Paribas, Banca di Cambiano, Banca di Pisa e Fornacette e lo scorso mercoledì 4 novembre abbiamo annunciato l'ulteriore partnership con Banco Popolare».

La nuova offerta al retail
Un accordo che ha dato origine a un prodotto assicurativo con una componente importante di Etf, almeno il 45% del portafoglio. «Smart Brand 2.0 è un prodotto davvero innovativo nel suo genere, che stiamo proponendo alla clientela retail – conferma Paolo Renza, responsabile servizi privati e multicanalità di Banco Popolare –. Una unit linked caratterizzata da un giardinetto significativo di Etf, che sono tasselli molto efficienti in termini di costo e dotati di estrema flessibilità. E come partner abbiamo scelto iShares perché è una delle poche realtà che ha Etf con sottostante titoli cash, senza derivati». Confezionato in una scatola assicurativa, Smart Brand 2.0 è stato realizzato da Lawrence Life, società partecipata da Banco Popolare. «Abbiamo scelto la scatola assicurativa per arrivare al pubblico retail – conclude Renza –. Le gestioni patrimoniali sono più per una clientela di tipo private. Caricamenti e commissioni, comunque, sono al di sotto della media di mercato. Non è un prodotto ipercaricato. Le commissioni di ingresso ammontano all'1,5%, mentre le management fee sono del 2% i primi due anni, per poi scendere all'1,60%».

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