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Seat Pg story, la promessa mancata della new economy italiana

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la vicenda

Seat Pg story, la promessa mancata della new economy italiana

Era il 15 aprile 2003: Seat Pagine Gialle era passata in mano ai fondi da soli 5 mesi e approvava il bilancio, il primo chiuso in rosso (-32,4 milioni), e la distribuzione di un dividendo strarodinario per complessivi 3,578 milioni di euro. Una decisione quest’ultima, che è considerata dagli analisti finanziari come il peccato originale da cui scaturirono i problemi finanziari della società, che si sono conclusi solo quest’anno con l’approvazione del primo bilancio dopo il concordato preventivo dell’ottobre 2014.

Seat Pg ha iniziato l’esercizio in corso voltando pagina: con nuovi azionisti di maggioranza, dopo la conversione del debito e con un indebitamento praticamente azzerato. Non solo: dal punto di vista giudiziario la società sembrava aver chiuso il capitolo degli ultimi 12 anni di gestione con l’approvazione, in occasione dell’assemblea del 27 gennaio scorso, della proposta transattiva che bloccava l’azione di responsabilità nei confronti degli ex amministratori della società.

La proposta prevedeva una transazione di 30 milioni di euro, di cui 20 milioni a carico di due compagnie di assicurazione e 10 milioni a carico di un gruppo di fondi che erano azionisti di riferimento della società dal 2003 al 2012 (Permira, Investitori associati, Cvc e Bc partners). Il tutto scaturiva dalla decisione del 4 marzo 2014 dell’assemblea ordinaria degli azionisti Seat Pg, che aveva deliberato a larga maggioranza l’azione di responsabilità nei confronti di 17 ex amministratori della società, inclusi l’ex amministratore delegato Luca Majocchi e l’ex presidente Enrico Giliberti. L’azione di responsabilità copriva il periodo tra l’8 agosto 2003 ed il 21 ottobre 2012 e ipotizzava un danno di circa 2,4 miliardi di euro.

L’assemblea, accettando la proposta, Seat Pg ha, ha rinunciato a ogni pretesa nei confronti di tutti gli ex amministratori in carica dal 2003 fino all'apertura della procedura di responsabilità, dei direttori generali succedutisi nello stesso periodo e dei quattro fondi di private equity (Permira, Cvc, Investitori Associati e Bc Partners) che hanno espresso il cda sempre dal 2003 all'apertura dell'azione di responsabilità. Ora, invece, si riapre il fascicolo relativo alla distribuzione del maxidividendo nel 2004 tanto che proprio questa mattina
undici componenti dell’ex consiglio di amministrazione di Seat Pagine Gialle e tre del collegio sindacale, in carica tra il 2003 e il 2004, sono stati raggiunti da misure cautelari interdittive eseguite dalla Guardia di finanza su disposizione della Procura di Torino nell'ambito di una inchiesta per bancarotta fraudolenta. Cda che allora era presieduto da Enrico Giliberto e vedeva Luca Majocchi nel ruolo di amministratore delegato.

Un passo indietro per ricostruire l’ultima vita di Seat Pg dopo l’uscita dal gruppo Telecom Italia. Nell’agosto del 2003 la società venne acquisita da un veicolo (Silver) che faceva capo a fondi di private equity. L’operazione prevedeva 880 milioni di equity da parte dei fondi e di pari passo le 4 banche arranger del finanziamento - Royal Bank of Scotland, Barclays, Csfb, Bnp Paribas - erogarono una prima tranche da 2,7 miliardi a sostegno del pagamento da fare a Telecom Italia in cambio della girata delle azioni. Una fase 2 prevedeva poi che con il lancio dell’Opa (poi andata deserta) i fondi avrebbero immesso nel veicolo Silver altri 800 milioni e le banchealtri 1,150 miliardi.

Nel dicembre 2003 Seat Pg si fuse con i due veicoli attraverso i quali era stata acquistata dai fondi, che dopo l’Opa controllavano il 62,52% del capitale ordinario. Subito dopo, nell’aprile 2004, l’assemblea dei soci «su proposta del socio Sub Silver SA (società che faceva capo ai fondi) e preso atto della Relazione del Consiglio di Amministrazione in merito al giudizio positivo circa la sostenibilità economica, patrimoniale e finanziaria dell'indebitamento conseguente» (si legge in un comunicato della società del 2004) approvò la distribuzione di un dividendo, da imputarsi alle riserve disponibili, di 0,433658 euro per ciascuna azione ordinaria e di risparmio, per un importo totale di 3.578.238.127,84 euro. Dividendo che andò per il 50,14% ai fondi (il 12,38% del capitale era stato ceduto nel frattempo a Lehman Brothers): Bc Partner (38,04%), Cvc (29,27%), Permira (26,31%) e Investitori Associati (5,85%). «Al fine della distribuzione di tali riserve, Seat PG ha aderito in data 26 marzo ai contratti di finanziamento, fino ad un importo massimo di 4.300 milioni di euro, messi a disposizione da Sub Silver SA» recita ancora il comunicato.

Seat Pg, che all’inizio di agosto 2003 aveva un indebitamento netto di 648 milioni di euro, si ritrovò quindi nel settembre 2009 con un indebitamento finanziario netto da 3,967 miliardi. Un fardello difficile da sostenere nonostante la generazione di cassa fosse salita a 209,3 milioni rispetto ai 103,4 del primo semestre 2003 pro-forma.


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Aggiornamento del 24 luglio 2020: Il 18 giugno 2020 il Tribunale di Torino, all’esito del giudizio di primo grado, ha assolto “perché il fatto non sussiste” l’ex ad Luca Majocchi e tutti gli altri imputati (l’ex presidente Enrico gli ex consiglieri di amministrazione Lino Benassi, Dario Cossutta, Guido Paolo Gamucci, Luigi Lanari, Michele Marini, Stefano Mazzotti, Marco Reboa, Alberto Tazartes, Nicola Volpi e Bruce Hardy Mclain, e i sindaci all'epoca dei fatti Enrico Cervellera, Vincenzo Ciruzzi e Andrea Vasapolli) . Dell’assoluzione è stata data notizia il giorno stesso sul sito del Sole 24 Ore (“Seat Pagine Gialle, assolti tutti gli imputati al processo per bancarotta“https://www.ilsole24ore.com/art/seat-pagine-gialle-assolti-tutti-imputati-processo-bancarotta-AD15zoY)"