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Giordani (Mediaset), crollo in Borsa non preoccupa, lavoriamo…

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Giordani (Mediaset), crollo in Borsa non preoccupa, lavoriamo su lungo termine

Seduta di Borsa da ko per Mediaset che, all'indomani della trimestrale, è stata colpita dalle vendite degli operatori innescate, a detta degli analisti, dal faticoso andamento della raccolta pubblicitaria in Italia e dall'aumento dei target dei costi di gruppo per l'intero 2015 (+40 milioni a 2,550 miliardi): -9,5% la performance sul listino che ha ridotto in un colpo solo la capitalizzazione di oltre 500 milioni.

Il tonfo in Borsa, per quanto evidente, “non è” giudicato “preoccupante” a Cologno Monzese: “Nonostante il calo - è il commento del direttore finanziario del gruppo Marco Giordani a colloquio con Radiocor - le azioni restano in crescita del 25% da inizio anno, a fronte di una Borsa salita del 18%, e siamo tornati ai livelli di un mese fa”.

“Da un lato - prosegue il manager - c'è stata sicuramente una sorta di “sell-on-news” viste le aspettative prima dei conti e l'andamento in Borsa (+9% circa nell'ultimo mese, ndr), dall'altra ci sta che il mercato reagisca a un trimestre, quello in corso, che potrebbe vedere la crescita del mercato pubblicitario italiano inferiore rispetto alle aspettative precedenti e che quindi in qualche modo potrà deludere. Le prospettive sul mercato pubblicitario all'inizio dell'anno erano chiaramente di altro tipo”.

“Chi ragiona sul breve termine fa le sue valutazioni - sottolinea il manager - ma noi dobbiamo lavorare su un orizzonte più lungo”.

Nei primi dieci mesi del 2015 la raccolta pubblicitaria in Italia sui canali Mediaset è cresciuta dello 0,5% annuo, a fronte di un mercato complessivamente negativo, mentre sull'intero anno il gruppo di Cologno Monzese si aspetta di superare il mercato (che le stime vedono sostanzialmente piatto rispetto al 2014) di un punto percentuale.
Se la ripresa della pubblicità resta il fattore chiave di ogni ragionamento degli esperti su Mediaset, sia sul fronte dei conti sia sull'appeal del titolo, nella seconda parte del 2015 il gruppo ha iniziato a contabilizzare investimenti, e costi, su aree di business ancora da rilanciare.

“Chi ragiona sul breve termine fa le sue valutazioni ma noi dobbiamo lavorare su un orizzonte più lungo - conclude Giordani - Sulle radio ad esempio, è chiaro che abbiamo acquisito un asset strategico da riportare in utile e questo non avverrà nell'arco di un trimestre. Anche per Premium stiamo sostenendo dei costi che però porteranno ricavi crescenti: già il terzo trimestre 2015 ha registrato un +10%. Per la pay tv, l'investimento sulla Champions è triennale: sono passati solo due mesi. In generale siamo convinti che il 2016 inizierà con andamenti positivi”.

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