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Dossier Come funziona il mercato EtfPlus

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Dossier | N. 29 articoliEtf facile

Come funziona il mercato EtfPlus

Gli Etf sono strumenti quotati in Borsa, che tendono a replicare l'andamento di un sottostante e quindi hanno il pregio dell'accessibilità, perché consentono agli investitori di esporsi su mercati poco liquidi o complessi, con costi modesti con modalità semplici. Ma come funziona, nel dettaglio, il mercato degli Etf? In Italia questi strumenti sono negoziati sull'Etfplus di Borsa Italiana (dove scambiano anche i fondi comuni di investimento quotati). «Il mercato Etfplus ha una microstruttura simile all'Mta: negoziazione in continua, senza asta di apertura ma con asta di chiusura che permette di avere un prezzo di chiusura significativo», spiega Silvia Bosoni, responsabile del listing degli Etf di Borsa Italiana. La negoziazione avviene dalle 9 fino alle 17.25; dalle 17.25 alle 17.30 c'è l'asta di chiusura, in cui possono essere inseriti solo ordini con limite di prezzo. Dal 23 novembre la chiusura delle negoziazioni si posticiperà di cinque minuti.

Il primo step per la negoziazione sull'Etfplus è la quotazione. «Il processo di quotazione degli Etf è un'ammissione al mercato: si basa sempre su una domanda di ammissione da parte dell'emittente - quindi una Sicav o una società di gestione - e il modello di domanda è pubblico», argomenta Bosoni. Borsa verifica la completezza di documentazione e ne svolge un'analisi di merito, ed entro due mesi decide se rigettare o accogliere la domanda. «Se i requisiti sono rispettati emette un provvedimento di ammissione a quotazione e pubblica un avviso di inizio negoziazione che indica anche la data di avvio. In questo processo interviene anche la Consob, che deve approvare il documento per la quotazione, che deve essere redatto in italiano: questa è una particolarità della normativa italiana, finalizzata a dare maggiori informazioni al retail, perché la normativa Ucits imporrebbe soltanto la traduzione dei Kiid», aggiunge l'esperta.

Un aspetto importante richiesto per l'ammissione a quotazione è la presenza di un market maker, chiamato operatore specialista: è molto importante perché serve a garantire che lo strumento sia liquido, cioè deve essere facilmente negoziabile, sia in acquisto sia in vendita. L'operatore specialista, spiega Bosoni, «deve essere un intermediario ammesso al mercato, spesso si tratta del trading desk di una banca. Si impegna a sostenere la liquidità dell'Etf, ed è obbligato a immettere ordini sia in acquisto che in vendita, per una quantità minima e rispettando lo spread massimo imposto: Borsa Italiana monitora che gli obblighi siano rispettati». Accanto all'operatore specialista spesso c'è anche un liquidity provider, che opera su base volontaria, e in cambio del sostegno alla liquidità ottiene degli sconti sulle fee di trading se raggiunge una determinata market share su quello specifico Etf. «Ovviamente, quanti più operatori attivi ci sono su un Etf (sulla matrice dello strumento sono indicati come sp – per gli operatori specialisti – e lp), tanto più è garantito che la liquidità dell'Etf rispecchi la liquidità del sottostante, quindi non ci sono inefficienze. Si può arrivare anche a casi in cui gli Etf sono addirittura più liquidi del sottostante. I market maker infatti sono in grado di fare un prezzo anche di sottostanti il cui mercato di riferimento sia in quel momento chiuso», spiega Bosoni.

In generale il funzionamento degli Etf è sinonimo di accessibilità: «perché un risparmiatore non può esporsi sul FtseMib comprando tutto l'indice, sarebbe troppo costoso, invece il funzionamento degli Etf rende accessibili anche delle asset class che normalmente sarebbero difficili da raggiungere per il retail. Inoltre, dato che ogni banca ha accesso a questo mercato, il risparmiatore può comprare gli Etf da qualunque intermediario».

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