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Dossier Etf redditizi e promettenti, non sempre reperibili

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Dossier | N. 29 articoliEtf facile

Etf redditizi e promettenti, non sempre reperibili

L’offerta di prodotti finanziari è aumentata notevolmente negli anni, con una complessità che ha spesso scoraggiato i risparmiatori e ha reso difficile il colloquio fra consulenti e clienti. Oppure prodotti potenzialmente appetibili sono risultati di difficile sottoscrizione. Nell’ultime delle cinque puntate affrontiamo il tema dell’accessibilità e reperibilità per il risparmiatore retail.

I risparmiatori restano frustrati quando di un bel prodotto finanziario si leggono le performance pluriennali e non si trovano gli estremi per poterlo comprare. Accade con tante obbligazioni che hanno tagli fuori dalla portata di un privato, o trattate su mercati poco coperti da piattaforme europee e magari in Paesi che hanno legislazioni complesse. O valute non comuni.I grandi investitori sanno come muoversi, hanno rapporti commerciali con i principali emittenti, sono in grado di difendersi - e purtroppo capita - in tribunali internazionali.

Per il privato che si muove da solo i rischi possono aumentare. Non per questo si deve rinunciare a mettersi in portafoglio prodotti che stanno camminando. Fra i vari passaggi dell’investimento in Etf (abbiamo visto nelle precedenti puntate efficienza, liquidabilità, flessibilità, trasparenza, potete trovarli su www.ilsole24ore.com/etf-facile) quello della facile reperibilità è un altro tassello importante.

L’offerta di emittenti di Etf tende ad ampliarsi e trimestre per trimestre entrano sul mercato (vedi tabella sul mercato italiano EtfPlus) nuovi prodotti replicanti. Qualcuno va in delisting, come comunica mensilmente Borsa Italiana.

La reperibilità degli Etf promettenti può essere meglio delegata a chi ha la strumentazione e il monitoraggio continuo sui “cavalli” migliori, è in grado di comprarli nel momento più opportuno e impacchettarli in modo equilibrato per raggiungere i rendimenti opportuni per profilo di rischio. Il sistema bancario e assicurativo si sta progressivamente attrezzando (vedi anche il pezzo a fianco) per offrire prodotti di vario tipo, con caratteristiche di basso costo e aderenza alle più recenti prospettive di mercato.

È probabile che entrando nella banca tradizionale il risparmiatore possa trovare prodotti con componenti di Etf. Se interessato può chiedere informazioni.

In questo momento gli italiani stanno prendendo confidenza con i cloni. In una rilevazione organizzata dal Centro Einaudi risulta dell’11,8 per cento degli intervistati possessori di risparmio gestito negli ultimi cinque anni, la maggior parte ha scelto i fondi comuni o Sicav (7,2 per cento). Poi figurano i possessori delle gestioni patrimoniali (5,9 per cento) ed è ancora abbastanza bassa (2,3 per cento) la quota di coloro che investono direttamente in Etf. È probabile che questa soglia sia stata superata negli ultimi mesi e certo potrà crescere nel futuro.

Chi li ha comprati finora

Le caratteristiche dell’acquirente attuale di Etf rimandano alle categorie dei grandi e medi risparmiatori, con cultura universitaria, maschi e residenti nel Nord. Se andiamo a scindere il dato medio, si nota che fra i possessori di cloni i maschi sono il doppio delle femmine. L’apprezzamento maggiore viene dai 35-44enni e i 55-64enni mentre giovani e giovanissimi ne sono lontani, così come per altre forme di investimento nel risparmio gestito. Il gradimento scende per gli ultra65enni, che evidentemente percepiscono complessità notevoli in un prodotto che è invece forse più facile di quanto dica la sua denominazione.

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