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Perché l’«11 settembre d’Europa» non ha scosso i…

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la reazione al «venerdì 13»

Perché l’«11 settembre d’Europa» non ha scosso i mercati mentre Wall Street perse fino all’11% dopo l’attacco alle Torri Gemelle

Il tag della giornata sui mercati finanziari europei è «no panic». Nessun allarme insomma nella prima reazione della Borsa di Parigi e degli altri listini europei all’indomani (finanziario) degli attentati di «venerdì 13» in cui hanno perso la vita 132 persone e già da molti ribattezzato come l’ “11 settembre d’Europa”.

Certo, sui listini vengono venduti i titoli dei trasporti e del lusso (quelli che potrebbero risentire in prima linea di un calo del turismo dopo i recenti fatti) ma nel complesso gli indici non si possono definire scossi. La Borsa di Parigi ha aperto con un -0,9% e dopo mezz’ora è addirittura passata in terreno positivo, come Piazza Affari.

Una reazione assai diversa rispetto alla strage delle Torri Gemelle, quando le autorità Usa decisero di non far aprire Wall Street (che restò chiusa fino al 17 settembre, giorno in cui aprì e cedette il 4,9% per poi arrivare a un parziale di -11% il 21 settembre) e quando l’indice Stoxx 600 cedette “a caldo” il 6,2 per cento.

Come mai una reazione tanto diversa? Tra le possibili spiegazioni rientra anche il fatto che gli attentati in Francia sono avvenuti a mercati chiusi e quindi gli investitori hanno avuto tutto il week end per metabolizzare l’evento e le sue eventuali implicazioni sull’economia reale e, in seconda battuta, sulle asset class di investimento. L’attentato al World Trade Center avvenne invece in un’ordinaria mattina in cui i mercati di tutto il mondo (a parte Wall Street che restò chiusa per lo shock) erano già aperti.

Secondo i primi report delle banche d’affari che stanno fioccando in giornata, poi, non c’è dubbio che i sette attacchi terroristici coordinati in altrettante zone di Parigi di venerdì 13 possano alimentare il risk off (avversione al rischio) sui mercati nel breve periodo. È l’opinione di Jp Morgan e Credit Suisse. Ma gli stessi esperti sottolineano che questo accadimento negativo potrebbe stimolare la Banca centrale europea ad annunciare già il 3 dicembre prossimo - quando si riunirà il prossimo direttivo - un potenziamento del quantatitive easing lanciato a marzo che prevede al momento acquisto di titoli sui mercati aperti per 60 miliardi di euro al mese almeno fino a settembre 2016.

I mercati in questo momento scontano già un taglio ulteriore del tasso sui depositi (quello che la Bce “dovrebbe” pagare alle banche che vi parcheggiano la liquidità, il condizionale è d’obbligo visto che al momento, essendo questo tasso negativo e cioè pari a -0,2%, sono le banche a pagare difatti una commissione alla Bce per depositarvi la liquidità in eccesso). Questo potrebbe essere portato a -0,3 per cento. Così pensano i mercati a giudicare dall’andamento dei titoli di Stato tedeschi a due anni (gli Schatz) che viaggiano a -0,35% e a giudicare anche dalla continua caduta degli indici interbancari Euribor (-0,137% il tasso mensile) conosciuti dagli italiani certamente più per il fatto che ad essi sono agganciate le rate dei mutui a tasso variabile.

Ma a questo punto i mercati si aspettano qualcosa in più dalla Bce: un’estensione dell’importo stampato mensile per acquistare titoli, oltreché un’estensione, magari con l’aggettivo “illimitato” del piano di stimoli. Ecco perché - come spiegano nei report gli analisti questa mattina - l’effetto risk off sui mercati portato dalla strage di venerdì è al momento neutralizzato con indici di Borsa pressoché ancora intorno alla parità.

Senza dimenticare le statistiche. Wall Street recuperò in un mese il -11% accusato dopo le Torri Gemelle. Un mese fu sufficiente alla Borsa di Giacarta per annullare il -10% successivo all’esplosione di una bomba in un night club a Bali che costò la vita a oltre 200 persone.

E un mese bastò anche alla Borsa di Madrid per tornare in rialzo dopo il terribile attentato su tre treni di Madrid del 2004 in cui persero la vita 192 persone. A Londra invece- dopo le bombe su metro e autobus nel luglio 2005 - ci volle una settimana per ritornare positiva.

Adesso, con il «Qe2» alle porte e l’intensificazione degli scambi algoritmici, i tempi si sono accorciati. È bastata (fino a prova contraria nel corso della giornata) appena mezz’ora per azzerare le perdite.

twitter.com/vitolops

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