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Enel, via libera del Cda al progetto di integrazione di Enel Green Power

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Enel, via libera del Cda al progetto di integrazione di Enel Green Power

Via libera del cda di Enel al progetto di integrazione di Enel Green Power. L'operazione sarà eseguita mediante una scissione parziale non-proporzionale di Enel Green Power per effetto della quale le attività italiane rimarranno in capo a Egp, che diventerà interamente controllata da Enel e conseguentemente verrà posta in delisting.

Le partecipazioni estere, in capo a Egp International B.V., verranno assegnate a Enel. Gli attuali azionisti di Enel Green Power riceveranno azioni di Enel di nuova emissione, con 0,486 azioni Enel per ciascuna azione Egp portata in concambio. Le assemblee straordinarie per l’approvazione dell'operazione, il cui perfezionamento è previsto entro il primo trimestre 2016, sono convocate l’11 gennaio 2016. Dopo l’integrazione la quota del Mef in Enel sarà pari al 23,569%.

L’Enel ha anche aggiornato il piano al 2019 (che comprende l'integrazione di Egp), prevedendo un aumento degli investimenti di 2,7 miliardi a 17 miliardi, risparmi per 1,8 miliardi (1 miliardo di riduzione dei costi operativi e 800 milioni in meno per la manutenzione) e puntando a un incremento complessivo dell'Ebitda di crescita da 6,7 a 7,2 miliardi. Nell'arco del piano 2016-2019 l'Enel prevede 9.200 prepensionamenti (14%) a livello globale e 4.500 assunzioni. In Italia i prepensionamenti saranno 6mila e le assunzioni 2mila, ha confermato l'ad Francesco Starace.

Confermata la politica dei dividendi, che prevede il pagamento di un dividendo minimo per azione pari a 0,16 euro per il 2015 e pari a 0,18 euro per il 2016, e l’aumento degli investimenti destinati alla crescita: questi alcuni dei punti principali del piano 2016-2019 di Enel che si basa su quello presentato a marzo 2015, accelerando la creazione di valore nell’ambito dei quattro principi fondamentali ed aggiungendone un quinto, la semplificazione del Gruppo. Una caratteristica fondamentale della strategia di crescita è il ribilanciamento degli investimenti destinati alla crescita, per i quali è previsto un aumento di 2,7 miliardi di euro, fino a raggiungere 17 miliardi di euro nel periodo 2016-2019, con uno spostamento verso un minore profilo di rischio tecnologico e geografico.

Il Gruppo ha un ampio e diversificato portafoglio di progetti di piccola e media dimensione, e mostra una riduzione dei tempi necessari alla creazione di EBITDA (in media, sotto ai due anni), sostenendo un miglioramento nell'auto-finanziamento attraverso l’accelerazione dei flussi di cassa. Nel corso del periodo 2016-2019, circa il 95% dei nuovi investimenti per la crescita sarà destinato ad attività a rischio ridotto e ritorni stabili, come la generazione da fonti rinnovabili e convenzionali supportata da contratti di acquisto dell’energia a lungo termine (PPA) e le reti.

Nel piano figura inoltre un aumento pari al 30% degli investimenti in Italia, dove l’installazione dei contatori elettronici di seconda generazione sarà anticipata.

«Il settore delle utilities sta vivendo una trasformazione molto rapida e la flessibilità insita nel modello di business di Enel ci permette di rispondere con altrettanta rapidità a questi cambiamenti, accelerando la realizzazione della nostra strategia». Così l’ad e dg di Enel, Francesco Starace, commentando l’aggiornamento del piano industriale del gruppo. «Il piano che abbiamo annunciato a marzo, sostenuto dai miglioramenti apportati alla nostra organizzazione negli ultimi 18 mesi, è coerentemente indirizzato in tal senso. La corretta esecuzione di questa strategia ci permette di accelerare le efficienze e la prospettiva di crescita. Enel è leader nella transizione energetica, con una chiara visione di come assicurare in tale contesto la remunerazione dei suoi azionisti e cogliere le opportunità offerte dall’evoluzione del settore dell’energia». Il titolo ha aperto in calo dopo l’annuncio del piano.

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