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Fed, timida apertura per rialzo graduale dei tassi a metà dicembre

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Le minute del 27-28 ottobre

Fed, timida apertura per rialzo graduale dei tassi a metà dicembre

Dicembre potrebbe essere il momento buono per aumentare i tassi di interesse, fermi a zero da sette anni. La Fed apre la strada alla prima stretta dal 2006 e con i verbali dell'ultima riunione del 27-28 ottobre invia un messaggio chiaro: molti all'interno della banca centrale ritengono che un aumento a dicembre potrebbe essere appropriato.

Anche se ancora divisa, con alcune colombe che temono pressioni al ribasso sull'inflazione, la Fed sembra muoversi verso un consenso generalizzato su un aumento. Una stretta che sembra già essere scontata dal mercato, come mostrato dalla reazione muta di Wall Street. Su un punto colombe e falchi della Fed sono d'accordo: dopo la prima stretta si procederà in modo graduale, in quello che potrebbe essere il ciclo di rialzi più lento della storia. «C'è un accordo in generale sul fatto che sarà probabilmente appropriato rimuovere gradualmente la politica accomodante. Iniziare il processo di normalizzazione relativamente presto potrebbe facilitare questo processo».

Alla riunione del 15-16 dicembre mancano ancora tre settimane, durante le quali arriveranno nuovi dati sul pil e il mercato del lavoro. L'attenzione è anche puntata sugli eventi internazionali, con gli attacchi di Parigi che creano incertezza. I rischi globali sull'economia americana sono diminuiti, afferma la Fed. Il terrorismo - mette in evidenza il presidente della Fed di Richmond, Jeffrey Lacker - ha un impatto economico transitorio. Ma la cautela è d'obbligo, con la tensione che resta alta e una risposta politica ancora da definire. «Molti partecipanti ritengono, sulla base delle valutazioni dell'attuale situazione economica e dell'outlook , che le condizioni per un aumento dei tassi saranno centrate per la prossima riunione» si legge nei verbali, secondo i quali alcuni all'interno della Fed ritenevano che già ottobre fosse il momento buono per una stretta. Altri membri della banca centrale restano invece convinti che l'economia non sia ancora pronta e temono un ulteriore calo dell'inflazione. A preoccupare è il caro dollaro e la Bce che, a dicembre, si muoverà probabilmente nella direzione opposta alla Fed, con un nuovo piano di aiuti. Ma una stretta aiuterebbe a ridurre i rischi di bolle, di cui la Fed è accusata, riducendo squilibri e distorsioni, precisa il presidente della Fed di Dallas, Rob Kaplan.

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