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Gazprom sospende le forniture a Kiev. Ma il gas è un paravento per…

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Gazprom sospende le forniture a Kiev. Ma il gas è un paravento per altre tensioni

La Russia ha di nuovo tagliato il gas all’Ucraina. O forse stavolta è stata l’Ucraina a interrompere gli acquisti dalla Russia, perché riesce a procurarsi gas meno caro altrove. Probabilmente è vero, considerato il crollo dei prezzi sul mercato libero. Ma come sempre è difficile inquadrare la questione soltanto in termini commercali, perché la crisi tra i due Paesi si sta di nuovo inasprendo, tanto che ieri Kiev ha chiuso il suo spazio aereo ai voli russi, compresi quelli di linea.

Comunque stiano le cose, siamo alle solite: Gazprom ha smesso di rifornire Kiev, che a sua volta è indietro con i pagamenti. E alle porte dell’inverno i consumatori europei si chiedono se sia il caso di aggiungere il freddo al già lungo elenco di preoccupazioni con cui dobbiamo fare i conti.

Diciamo subito che almeno questo allarme non è giustificato. Grazie al rafforzamento e alla maggiore interconnessione dei gasdotti europei i tempi in cui le crisi tra Russia e Ucraina facevano spegnere le caldaie sono ormai alle spalle, persino nei Paesi più dipendenti dalle forniture di Mosca. La Commissione europea, ha detto una portavoce, «non ha nessuna preoccupazione particolare in merito ai flussi di gas dalla Russia all’Ucraina». Il transito verso la Ue del resto è tuttora «normale». Inoltre «le condizioni meteo in novembre sono state piuttosto buone e i consumi sotto la media».

Quanto all’Italia, l’ansia sembra ancora più ingiustificata. «La situazione sugli approvvigionamenti al momento non è preoccupante», ha rassicurato il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, ricordando che abbiamo ampie scorte di gas e parecchi fornitori alternativi alla Russia.

«Gli stoccaggi sono pieni per oltre il 90% - conferma al Sole 24 Ore Carlo Malacarne, ceo di Snam -. Ci sono circa 16 miliardi di metri cubi di scorte, comprese quelle di emergenza, e dalla Russia di solito tra dicembre e marzo importiamo 8 miliardi di mc. L’Italia non avrebbe problemi nemmeno se il flusso si fermasse per tutto l’inverno: un’ipotesi davvero estrema, che ha scarse probabilità di verificarsi». Inoltre, suggerisce Malacarne, in caso di bisogno potremmo aumentare gli acquisti spot da altri fornitori: «La nostra capacità di importazione è migliorata molto negli ultimi anni, abbiamo una rete più flessibile e più ramificata che permette un pieno scambio tra le fonti».

La volontà di tagliare il gas all’Ucraina era stata anticipata da Mosca proprio nelle ore in cui l’attenzione era catalizzata da un’altra crisi: quella con la Turchia. Il ministro dell’Energia Alexander Novak aveva dichiarato alla radio che Gazprom avrebbe interrotto le forniture entro mercoledì «a causa del mancato pagamento anticipato». Così dice il contratto, del resto. Nella stessa intervista però Novak aveva aggiunto che Mosca stava valutando anche di sospendere le forniture di carbone all’Ucraina, come ritorsione per il sabotaggio di una centrale elettrica, che dallo scorso week-end tiene al buio gran parte della Crimea. La Russia sostiene che le riparazioni siano ostacolate da gruppi filoucraini in complicità con il governo di Kiev. Quest’ultimo ovviamente smentisce. Ma rilancia con il divieto di sorvolo dello spazio aereo «per evitare provocazioni».

L’Osce ha intanto denunciato frequenti violazioni del cessate il fuoco in vigore da due mesi con i ribelli filorussi in Ucraina orientale. E i rifornimenti di merce alla Crimea, che la Russia si è annessa a marzo 2014, vengono continuamente ostacolati con blocchi stradali da gruppi di attivisti tatari.

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