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Banche, stop alla bad bank. In arrivo la garanzia di Cdp

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Banche, stop alla bad bank. In arrivo la garanzia di Cdp

A farsi carico dei crediti in sofferenza delle banche italiane non sarà una bad bank di sistema, come finora ipotizzato dalle Autorità e dagli advisor. E neanche una sola grande asset management company, come ventilato nelle settimane scorse. Per spianare la via (e soprattutto stringere i tempi) alla cessione in blocco delle sofferenze bancarie, Governo e Banca d’Italia, insieme agli advisor Mediobanca e JP Morgan, avrebbero ora individuato una nuova soluzione che prevede la costituzione di diverse newco, destinate a operare secondo lo stesso schema ma ognuna con una banca (o gruppo di banche) diversa.

E un ruolo importante, com’era già emerso nelle settimane scorse, sarà giocato dalla Cassa Depositi e Prestiti, che - probabilmente in via diretta o attraverso la controllata Sace - erogherà a prezzi di mercato la garanzia sulle obbligazioni che le diverse newco emetteranno per finanziarsi. Secondo quanto si apprende da ambienti di mercato, la mobilitazione tra le banche sarebbe crescente e l’intenzione del Governo sarebbe quella di intervenire con un decreto entro la fine dell’anno, in modo da entrare nella fase operativa all’inizio del 2016.

Nei fatti, si tratterebbe di una scorciatoia rispetto alla soluzione del veicolo unico. Lecita, perché dal punto di vista dell’intervento pubblico (con annesso sospetto di aiuti di stato) non presenterebbe particolari differenze rispetto all’ipotesi del veicolo unico, che nelle ultime settimane avrebbe registrato le prime aperture da parte della Commissione europea. E utile, perché - non obbligando le banche a vendere le proprie sofferenze allo stesso compratore - consentirebbe di costruire le newco più in fretta e su misura, senza l’onere di dover armonizzare prezzi e caratteristiche dei crediti non performing oggetto di cessione. Ma certamente meno risolutiva di un’unica «bad bank» che rileverebbe in blocco gran parte dei 200 miliardi di crediti in sofferenza del sistema bancario italiano.

Lo schema che Ministero dell’Economia, Bankitalia, Cdp e advisor stanno provando a definire con rapidità - come dimostra la recente partecipazione ai meeting decisionali del vicedirettore generale di Bankitalia Fabio Panetta - prevede che ogni banca interessata ad alleggerire il carico di sofferenze si attivi per trovare uno o più acquirenti di crediti, investitori istituzionali italiani o esteri. Destinati a diventare soci di maggioranza di una nuova società veicolo, che successivamente acquisterebbe dalla banca ampi portafogli di npl a un prezzo di mercato (e quindi inferiore a quello di carico nei bilanci delle banche); a quel punto, la newco si fornirebbe dalla Cdp di una garanzia - sempre a prezzi di mercato, pertanto autorizzabile dalla Commissione europea - che consentirebbe di coprire fino al 70-80% delle emissioni obbligazionarie con cui la società veicolo potrebbe così reperire sul mercato buona parte delle risorse necessarie ad acquistare i crediti. La parte restante, intorno al 20-30%, dovrebbe essere coperta dall’equity.

Secondo le valutazioni degli advisor, per le banche ci sarebbe il vantaggio di potersi disfare in un colpo solo di grosse quantità di sofferenze: la cessione dovrà avvenire a prezzi di mercato e quindi con inevitabili ulteriori svalutazioni sui valori di libro, ma dovrebbe liberarle una volta per tutte di una zavorra che finora ha compresso la redditività e l’erogazione di nuovo credito. Elemento chiave, la garanzia: che consentirà agli acquirenti, attraverso le newco, di reperire risorse sul mercato offrendo rendimenti ragionevoli, e quindi di acquistare i crediti a prezzi altrettanto ragionevoli.

Se sarà questa la soluzione definitiva si scoprirà nelle prossime 4-5 settimane. Perché, nel caso, il Governo punterebbe a disciplinare l’operazione con un decreto che potrebbe essere approvato entro fine anno. Intanto, così come richiamato dal governatore Ignazio Visco,le banche procedono nel processo di segregazione dei portafogli di crediti non performing, preparandosi nei fatti a vendere quando ci sarà la possibilità di farlo. E anche l’attenzione della Bce resta elevata: «Le banche devono affrontare anche problemi che sono eredità della crisi del debito sovrano, soprattutto sotto forma di un grande stock di crediti in sofferenza», si legge nel Rapporto sulla stabilità finanziaria pubblicato in settimana, in cui si evidenzia anche come questa situazione «potrebbe ostacolare la capacità delle banche di fornire nuovo credito all’economia reale», rendendo gli istituti «più vulnerabili agli shock negativi». E anche nella pagella degli Srep, consegnata mercoledì a tutte le banche, la Vigilanza ha prescritto a diversi istituti la cessione di npl, promettendo in cambio un alleggerimento dei ratio patrimoniali.

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