Finanza & Mercati

Snam rileva da Statoil il 20% del gasdotto Tap

  • Abbonati
  • Accedi
ENERGIA

Snam rileva da Statoil il 20% del gasdotto Tap

La marcia di avvicinamento al Tap (Trans Adriatic Pipeline) - benedetta dal governo (che sul progetto scommette ormai da tempo) - era cominciata, per la verità, da qualche mese. Da quando, a fine settembre, il numero uno di Snam, Carlo Malacarne, era volato a Baku, capitale dell’Azerbaijan, per siglare un memorandum of understanding con Rovnag Abdullayev, numero uno di Socar, la potente compagnia di stato, capofila del consorzio a cui fa capo il progetto che promette di portare il gas azero in Italia dopo aver attraversato Grecia, Albania e Mare Adriatico, snodandosi per quasi 900 chilometri. Ufficialmente per valutare insieme iniziative finalizzate allo sviluppo del corridoio sud, di cui il Tap è una delle arterie principali. E, con l’obiettivo, nemmeno troppo velato, di cominciare a gettare le basi per un eventuale coinvolgimento della spa dei gasdotti nella nuova pipeline, più che mai strategica per il futuro energetico del Vecchio Continente alla ricerca di una quadratura che rafforzi la sicurezza degli approvvigionamenti e implementi la diversificazione delle fonti. Passaggio obbligato, quest’ultimo, per cominciare a smarcarsi dalla dipendenza energetica russa.

E ieri quella marcia è andata a traguardo. Snam ha infatti annunciato di aver sottoscritto con Statoil un accordo di esclusiva per rilevare il pacchetto del 20% che il colosso norvegese detiene nel Tap. Il valore dell’operazione è di 130 milioni di euro. Il gruppo di Malacarne subentrerà quindi a Statoil nell’azionariato del progetto - che, va ricordato, annovera, oltre agli azeri, anche Bp (20%), i belgi di Fluxys (19%), già alleati di Snam su diversi fronti, la spagnola Enagás (16%) e gli svizzeri di Axpo (5%) - nonché nel prestito soci attualmente in essere a favore del progetto per un ammontare nominale pari a 78 milioni di euro. Per effetto dell’operazione, il cui closing è atteso entro la fine dell’anno, a Snam saranno trasferiti tutti i diritti e gli impegni per la realizzazione del gasdotto.

Nei mesi scorsi, erano circolate diverse indiscrezioni sulla volontà di alcuni soci, tra cui, per l’appunto, Statoil e Bp, di dismettere le quote in Tap. Ma, alla fine, solo i norvegesi - che, peraltro, a settembre, avevano ceduto il 15,5% detenuto nel consorzio per lo sfruttamento di Shah Deniz (un altro 10% era stato venduto lo scorso dicembre) alla malese Petronas per 2,25 miliardi di dollari - sono usciti definitivamente dal progetto.

Per la chiusura definitiva dell’operazione - che ha visto scendere in campo Banca Imi per le attività valutative e finanziarie e Orrick Herrington & Sutcliffe (Europe) LLP per quelle legali e contrattuali -, bisognerà aspettare ancora quindici giorni: il tempo necessario affinché cessino i diritti di prelazione e co-vendita in capo agli altri soci del consorzio, arrivi il via libera del consiglio di amministrazione di Tap e si verifichino ulteriori condizioni sospensive come da prassi da mercato.

Non dovrebbero esserci comunque ulteriori ostacoli all’ingresso di Snam, che porta in dote al progetto la sua solida visione industriale nonché la rete di gasdotti dentro e fuori i confini nazionali, lungo i quali passerà il gas prodotto dal giacimento di Shah Deniz II in Azerbaijan in transito verso i mercati europei. Non a caso, ieri, il managing director della pipeline, Ian Bradshaw, ha salutato positivamente l’annuncio del gruppo italiano: «Sono molto lieto che Snam entri a far parte del progetto Tap. La joint venture di Tap è da sempre aperta all’ingresso di nuovi partner strategici e accolgo con piacere Snam nell’azionariato. Questo - ha spiegato ancora Bradshaw - contribuirà ad arricchire il nostro modello di joint venture che si è già dimostrato vincente e che mette insieme produttori, operatori midstream e buyers per sviluppare un importante progetto. Avere Snam con noi contribuirà a migliorare la posizione strategica di Tap come progetto per l’Europa, che trasporterà una nuova risorsa di gas nei mercati energetici del Vecchio Continente».

© Riproduzione riservata