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Consob, nominati Berruti e Di Noia che affiancano il presidente Giuseppe Vegas e gli altri due membri

Roma - Ci sono voluti diciotto mesi per chiudere il cerchio attorno alla nomina dei due commissari mancanti in Consob. Ieri il Consiglio dei ministri ha infatti designato Giuseppe Maria Berruti e Carmine Di Noia, che andranno ad affiancare il presidente Giuseppe Vegas e gli altri due membri del collegio, Paolo Troiano e Anna Genovese. Per Di Noia, attuale vicedirettore generale di Assonime e responsabile Area mercato dei capitali e società quotate, si tratta, in verità, di un “ritorno” visto che ha già lavorato nella commissione, dal 1995 al 2001, prima nel dipartimento economico e poi come responsabile dell'Ufficio informazioni mercati.

Di Noia è anche nel consiglio di amministrazione di Borsa Italiana e componente dello stakeholder group dell'Esma, l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati. Berruti è invece un magistrato di comprovata esperienza: è presidente della terza sezione civile della Corte di Cassazione e direttore del Massimario della Suprema Corte. Ha insegnato diritto privato, industriale e del lavoro all'Università di Napoli e di Roma e alla Luiss ed è stato per lungo tempo anche consigliere togato del Csm, nonché storico dirigente dell'Associazione nazionale magistrati.

Il governo ha dunque trovato la quadra attorno alle nomine Consob. Ma, va detto, la telenovela si è snodata per lungo tempo se si considera che l'avviso per la selezione pubblica dei due commissari fu lanciato a marzo e soltanto ieri si è riusciti a tagliare il traguardo dopo mesi di polemiche attorno alla scelta dello strumento per la cooptazione dei due membri e alle indiscrezioni sui nomi che via via sono emersi. Vale, però, forse la pena ripercorrere brevemente le tappe di questa vicenda cominciata, di fatto, sotto il governo Monti che, a fine 2011, decise, attraverso il Salva-Italia, una netta sforbiciata sui costi di funzionamento delle Authority. Così la mannaia della stretta finì per abbattersi anche sulla Consob, i cui membri furono portati da 5 a 3 scegliendo poi di non rinnovare i commissari in scadenza: prima Luca Enriques e poi Vittorio Conti. E, a questi, si aggiunse anche Michele Pezzinga nel dicembre 2013. La commissione dunque si restrinse al solo presidente Vegas e a Paolo Troiano con la necessità peraltro di intervenire sul regolamento interno per evitare la paralisi dell'intera attività (in sostanza si introdusse la possibilità per il collegio di deliberare con due componenti e non più tre).

La vacatio durò fino al giugno 2014 quando il governo Renzi, con il decreto sulla riforma della Pa (il 90 del 2014), decise di rimettere mano alle modifiche approntate da Monti e di ripristinare la vecchia composizione a cinque della commissione, prevista dalla legge istitutiva (la 126 del 1974). Alla fine, però, fu indicato solo un nuovo componente (Anna Genovese) e dunque l'anomalia è proseguita ancora per un po', almeno fino a marzo e alla scelta di puntare sulla selezione pubblica per completare la squadra. A Palazzo Chigi sono così arrivate circa 160 manifestazioni d'interesse e, da queste, l'esecutivo aveva selezionato una short list di dodici nomi da cui sembrava che, a maggio, potessero uscire i due nuovi commissari. I nomi circolati (da quello di Emilio Barucci a Marina Tavassi, passando per Carlotta De Franceschi) sono però naufragati ancor prima di tagliare il traguardo. Lo stesso Renzi, poi, era intervenuto prima dell'estate per annunciare che, entro settembre, la partita sarebbe stata chiusa. Ma soltanto ieri il governo è riuscito a scrivere la parola fine su questo lungo tormentone.