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Ecofin, passo in avanti per la Tobin Tax europea. Via libera al fondo…

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IL vertice dei ministri economici e finanziari

Ecofin, passo in avanti per la Tobin Tax europea. Via libera al fondo salva-banche. Stallo sull’Unione bancaria

Il ministro tedesco delle finanze, Wolfgang Schauble
Il ministro tedesco delle finanze, Wolfgang Schauble

Via libera dell'Ecofin (il consiglio composto dai ministri dell'economia e delle finanze di tutti gli Stati membri della Ue) al finanziamento ponte del fondo salva-banche, necessario nel periodo di transizione, cioè fino a che il fondo non raggiungerà la sua piena capacità. Il finanziamento ponte, sotto forma di linea di credito degli Stati, sarà disponibile da gennaio 2016 in modo che il fondo Ue salva-banche possa entrare in funzione come previsto. Era rimasto per mesi in attesa di una soluzione che ne assicurasse capacità finanziaria. Adesso c’è una data certa.

«Gli Stati che partecipano all'Unione bancaria hanno deciso di mettere in piedi un sistema di finanziamento ponte per assicurare fondi sufficienti al Single resolution fund (fondo salva-banche) durante il periodo di transizione. Dal 2016, ogni Stato entrerà in un accordo di prestito con il Single Resolution Board, che consente di attivare una linea di credito nazionale individuale per sostenere il compartimento nazionale del fondo salva-banche in caso di possibili carenze in seguito a casi di risoluzione negli Stati in questione», si legge in un comunicato dell'Ecofin. «Con questo accordo - prosegue la nota - gli Stati assicurano una partenza credibile del fondo salva-banche dal 2016». Le linee di credito potranno mettere insieme una somma complessiva di 55 miliardi di euro, ovvero l'ampiezza finale del fondo salva-banche.

Passo in avanti per la Tobin all’europea, Unione bancaria in stallo
Sembrava destinata all'ennesimo rinvio e invece la tassa europea sulle transazioni finanziarie oggi compie un passo in avanti. Piccolo e di facciata per i detrattori, importante e incoraggiante per i dieci Paesi - Italia compresa - che hanno deciso di andare avanti nonostante la Gran Bretagna prometta un ricorso alla Corte di Giustizia se il balzello toccherà in qualunque modo Londra o i cittadini britannici.

Ostacoli, invece, sul cammino dell'ultimo pilastro dell'Unione bancaria, appena posato dalla Commissione europea: Berlino ha esplicitato la sua ferma opposizione allo schema di assicurazione comune dei depositi, perché non intende «condividere i rischi» fino a che le banche non li avranno ridotti. Il ministro tedesco delle finanze, Wolfgang Schauble, si è detto contrario a una nuova condivisione dei rischi e ha spiegato che la proposta della Commissione «non ha base legale».

I Paesi della cooperazione rafforzata sulla Tobin tax europea, intanto, perdono un membro, l'Estonia, l'unico che si è rifiutato di sottoscrivere il breve documento comune che ha consentito al dossier di avanzare. Ma bastano nove Stati per mandare avanti la cooperazione, quindi il cammino della tassa proseguirà sotto presidenza olandese a partire già dal prossimo Ecofin.

La tassa che tocca solo azioni e derivati
Il testo approvato oggi, spiega il ministro Pier Carlo Padoan, è molto tecnico ma ha un valore politico, perché intende dimostrare «che si sono fatti passi avanti». Due i messaggi che vuole inviare: «Principi generali, cioè nessun impatto su debito sovrano, e scelte tecniche precise che riguardano i tipi di derivati che vengono coinvolti o no». La tassa coinvolge solo azioni e derivati, non i titoli di Stato. In particolare, il testo dice che si tasseranno tutte le transazioni su azioni, ma è ancora da decidere su che base territoriale. Si potrebbe cominciare con quelle emesse nei dieci Paesi coinvolti che, suggerisce il testo, «sarebbe più razionale». Ma si ragionerà valutando i rischi di «ricollocamento», cioè se gli investitori scapperanno altrove.

A parte i principi è tutto da decidere
Sui derivati invece si colpiscono sia quelli emessi nei dieci Paesi sia quelli scambiati nel loro territorio ma emessi altrove. Si valuterà inoltre l'impatto sui fondi pensione. Ma a parte questi principi, resta ancora tutto da decidere: ampiezza, calendario di attuazione, aliquota. Tutto si deciderà nei prossimi sei mesi, e se si rispettasse i tempi la direttiva potrebbe entrare in vigore anche nel 2016.

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