TOKYO - L'indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso in ribasso dello 0,98% a 19.301,07 punti: il mercato azionario giapponese ha fotocopiato il declino registrato nella sessione precedente, assieme ad altre piazze asiatiche, sull'onda del ripiegamento delle Borse europee e americane e di nuovi cedimento delle quotazioni delle materie prime.
Come ieri le pressioni derivanti dal calo dei prezzi petroliferi avevano finito per prevalere sulla spinta derivante dalla revisione al rialzo del Pil giapponese, cosi' oggi non è bastata a far prevalere gli acquisti la notizia del balzo oltre le attese degli ordinativi di macchinari in Giappone. A ottobre gli ordini “core” sono infatti saliti del 10,7% rispetto al mese precedente a un valore di quasi 904 miliardi di yen (contro stime medie di un leggerissimo incremento). A Tokyo oggi guidano i ribassi i settori delle assicurazioni, dell'acciaio e dell'energia.
La volatilità sui mercati globali, nel quadro del tonfo delle materie prime, e' tornata ad accentuarsi, il che induce vari investitori a un atteggiamento prudente nei confronti degli asset di rischio e quindi a prese di profitto. Non aiutano i segnali di rallentamento dell'economia cinese: ieri con dati deboli sul commercio e con la notizia di una netta diminuzione delle riserve valutarie, oggi con la comunicazione di un calo del 5,9% a novembre dei prezzi alla produzione (anche se l'inflazione è leggermente salita all'1,5%). La Banca centrale cinese ha fissato oggi il cambio di riferimento onshore dello yuan ai minimi dall'agosto 2011 (6,414 sul dollaro), probabilmente in anticipazione delle pressioni di mercato che sembrano destinate ad accentuarsi con l'avvio (dato per imminente) della manovra di rialzo dei tassi Usa. L'attesa mossa della Fed rischia di aumentare la volatilità sui mercati emergenti, mentre a Tokyo dovrebbe avere un impatto positivo sulla Borsa in quanto potrebbe indebolire ulteriormente lo yen (oggi pero' in lieve ripresa sull'onda della diminuita propensione al rischio degli investitori).
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